Papà Mandragora racconta Rolando: "Con Napoli un rapporto speciale"
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Data: 19/10/2018 -

Papà Mandragora racconta Rolando: "Con Napoli un rapporto speciale"

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Udinese-Napoli è la partita di Rolando Mandragora. Cresciuto a Scampia, in estate è passato dalla Juventus all'Udinese.
Udinese-Napoli è la partita di Rolando Mandragora. Cresciuto a Scampia, in estate è passato dalla Juventus all'Udinese.

Papà Giustino il calcio ce l'ha nel sangue. Lo conosce, lo ha insegnato, e sopratutto ha un figlio che è considerato uno dei migliori prospetti del calcio italiano. Anche se di futuro è inutile parlare, perché Rolando Mandragora è già presente. Passato in estate all'Udinese per 20 milioni di euro, una cifra che in tanti hanno discusso, ma che non impaurisce di certo suo padre: "Ho consigliato a Rolando di prenderla come un onore. Per un ragazzo di vent'anni non è sempre facile gestire al meglio queste situazioni. Devo dire che Rolando non ha bisogno dei miei consigli, è maturo a tal punto di capire bene queste cose. Spero vivamente che i media non lo appesantiscano troppo con un fatto che ha poco a che vedere con gli aspetti tecnici", racconta in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com.

E domani si gioca una partita speciale per lui. Contro il Napoli, contro la sua città. Perché è un "figlio di Scampia", come ci ha lui stesso raccontato. E Giustino questo non lo nasconde, anzi: "Siamo tutti nati e cresciuti qui, e amiamo questa terra e questa città, un rapporto speciale. Non poteva essere altrimenti. Per quanto riguarda il Napoli, che vuole che le dica, chi è nato e cresciuto su questo territorio, come del resto praticamente tutta la mia famiglia, non può che apprezzare i colori azzurri".





Arrivare in bianconero è stato un traguardo importante, averlo fatto da giovanissimo è un punto di partenza. Purtroppo nell’anno che ho vissuto alla Juventus non ho avuto modo di mettermi in mostra per l’infortunio che mi ha tenuto ai box per 9/10 mesi: ho subito una doppia operazione, ma in quel momento buio la società e tanti compagni mi sono stati vicino”, ci aveva raccontato Rolando. Uno stop che però alla fine gli ha concesso di fare l'esordio in Serie A, nelle ultime giornate, proprio contro il Genoa. Poi Crotone, esperienza fondamentale per lui, e adesso la tappa Udine.

E a proposito della squadra friulana, Giustino racconta: "Lui ha trovato una famiglia, massima professionalità di tutti, in ogni suo componente. All’avanguardia anche le strutture e lo stadio. Quindi il massimo per un giovane che deve crescere come Rolando. La città è bella, la gente con noi è stata molto gentile ed accogliente. Devo ancora però provare le specialità culinarie della zona (ride ndr.), prima di dare giudizio definitivo".

Inevitabile la domanda su un episodio che ha fatto discutere parecchio in queste inizia di stagione, la squalifica per bestemmie: "Ecco, questo è un fatto che mi ha fatto molto dispiacere. Non entro nello specifico, perché è stato già giudicato dal collegio arbitrale, non sta a me replicare, lo ha fatto già la società attraverso i suoi massimi dirigenti".




Ma papà ha fatto anche l'allenatore, era il gestore della scuola calcio dei fratelli Cannavaro: "Ho dedicato una parte importante della mia vita a seguire i ragazzi nei settori giovanili, per me sono stati anni importanti dei quali vado fiero e ho imparato davvero tanto, mi creda. E’ stata una gioia. Detto questo, il progetto di Rolando mi assorbe totalmente e vedo il mio futuro accanto a mio figlio".

"Penso che i giovani siano una risorsa importante del sistema calcio in tutte le categorie. Ormai è un dato di fatto, guardando il lavoro fatto in Spagna, Germania, Portogallo, Olanda, Belgio per citarne alcune. La Francia è la Nazione che ha dato più risalto ai giovani nel suo maggior campionato professionistico e i risultati sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. Quindi non possiamo far altro che investire sui nostri migliori talenti, per ripartire con basi forti. E l'Italia? Mancini e Di Biagio hanno già applicato una rotazione importante, proprio a favore dei giovani. L’investimento più importante che possiamo dare noi da fuori, è quello della pazienza. In Italia non siamo abituati ad aspettare per vincere, ma i giovani hanno bisogno di essere aspettati. I risultati arriveranno, ne sono certo".

Domani però c'è una partita importante da giocare, Mandragora contro la "sua" Napoli, intesa come città: "Sono orgoglioso di mio figlio e di come vive la sua quotidianità. Si comporta ogni giorno come un uomo vero, e questo per un genitore credo sia la cosa più importante , più di qualsiasi carriera sportiva. Un ragazzo , di cuore, educato, rispettoso di tutto e di tutti che mette al centro della sua vita il rapporto con gli altri, sia in ambito familiare che professionale. E’ superfluo aggiungere altro. Alla mia famiglia dico di godersi questa avventura come un dono, siamo fortunati e questo deve essere sempre al centro dei nostri ragionamenti".



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