Quello di Lanfranco Beleggia è un nome per molti sconosciuto, il marchio Brosway – società (non l’unica) di sua proprietà – invece lo è decisamente meno. Imprenditore di successo Beleggia, ma anche… presidente del Montegiorgio Calcio, società calcistica che rappresenta un piccolo paese nella provincia di Fermo, nelle Marche, di circa 7000 abitanti. E che nei giorni scorsi per la prima volta nella sua storia è riuscito a centrare il traguardo della promozione in Serie D. “Io in questo mondo mi sono avvicinato dieci anni fa, prima penso di non aver mai visto una partita”, sorride il presidente Beleggia. “Nella vita faccio altro, di calcio non ci capisco un granché, però con il passare del tempo questa è diventata una passione: quando posso adesso vedo anche le partite, conosco però benissimo tutti gli artifici del successo del Montegiorgio”, racconta Mr Brosway a GianlucaDiMarzio.com. Un presidente che magari non entrerà nelle scelte tattiche di formazione, ma che in quanto a individuare uomini di successo… “Il nostro allenatore, Paci, è uno di quelli. Ha quell’entusiasmo che io cerco sempre anche nelle mie aziende. Lui prende tutto sul serio, è un perfezionista”. Un diktat presidenziale è però arrivato alla dirigenza del Montegiorgio: “Puntare sui giovani, possibilmente del posto. E anche il prossimo anno in Serie D sarà così, magari aggiungeremo qualche elemento di categoria. Investimenti? Sì certo, ma contenuti. Spazio ai giovani”. E un pensiero ai festeggiamenti: “Dopo la promozione abbiamo cenato tutti insieme al ristorante, adesso ci sarà la festa in piazza, una festa per tutto il paese. Poi omaggerò i ragazzi…”, ha ammesso il presidente Lanfranco Beleggia. Che presto sarà protagonista di un gesto da applausi: “Io con la mia azienda ho sempre preso attivamente parte alle iniziative per aiutare le popolazioni terremotate, adesso – terminata la festa – voglio organizzare un incontro con i ragazzi delle popolazioni maggiormente colpite. Tutti dobbiamo fare di più per rialzarci”, ha concluso.
Paci: “L’orgoglio più grande? Aver donato un piccolo sorriso al popolo marchigiano”
Quello di Lanfranco Baleggia non è l’unico nome ‘importante’ presente nel Montegiorgio Calcio: ad allenare il club, infatti, c’è Massimo Paci, ex difensore tra le altre di Parma, Ascoli, Novara, Brescia e Pisa. Oltre 180 partite in Serie A e adesso una nuova vita in panchina: “Ho iniziato alla guida della Civitanovese (Eccellenza marchigiana, ndr) due anni fa vincendo il campionato dopo essere subentrato in panchina a stagione in corso, poi ho dedicato un anno allo studio: sono stato in Germania all’Hoffenheim e in Inghilterra al Leicester per osservare da vicino queste realtà e cercare di imparare sempre più. La scorsa estate invece ho ricevuto la chiamata del Montegiorgio: un minuto dopo ero il loro allenatore”, racconta Massimo Paci a GianlucaDiMarzio.com. Allenatore alle prime armi e già vincente, ma prima ancora marchigiano DOC. “Io amo la mia terra, le Marche hanno bisogno di rialzarsi dopo il disastro del terremoto. Montegiorgio è stato solo sfiorato da questa tragedia, ma essere riusciti a riaccendere la passione nei tifosi è la gioia più grande: non abbiamo fatto chissà che, ma aver ridato un sorriso a tante persone che, grazie al calcio possono così staccare la spina dai problemi di ogni giorno, è per me il successo più bello, una gioia meravigliosa. Noi marchigiani siamo un popolo forte, tutti dovremmo fare qualcosa in più per far rialzare questo popolo”, racconta emozionato Paci.
Paci: “Guidolin, Ranieri e Giampaolo come maestri. Sono ambizioso, ma serve la gavetta”
Paci che per quanto riguarda la sua nuova vita in panchina dimostra di avere le idee abbastanza chiare, oltre a dei modelli di successo da seguire. “Da giocatore ho avuto la fortuna di essere allenato da grandi allenatori, su tutti Guidolin, Ranieri e Giampaolo: da quest’ultimo ho preso molta ispirazione dal punto di vista tattico, i primi due mi hanno insegnato molto per quel che riguarda la gestione del gruppo, i rapporti e le motivazioni da trasmettere alla squadra. Quello dell’allenatore è un mestiere difficile almeno quanto affascinante, la ‘chiave’ per me è riuscire a trasmettere alla rosa motivazioni per 30 partite, ragionando sul collettivo e mai a livello singolo. Per essere allenatori bisogna ‘spogliarsi’ del passato da calciatori, sono due mondi completamenti diversi. Io sono ambizioso, ma so che devo studiare molto e crescere: serve la sana gavetta”, racconta Paci. Che alla guida del Montegiorgio ha dimostrato di aver applicato con successo le sue idee calcistiche: “L’obiettivo della società era quello di costruire una squadra fatta di giovani, specialmente del posto, l’età media infatti è di circa 22 anni. Molti di loro sono studenti e a volte faticavamo a riuscire ad allenarci tutti insieme. L’obiettivo della squadra non era quello di vincere il campionato, invece…”. Montegiorgio promosso in Serie D per la prima volta nella sua storia. E la sensazione è che la favola sia appena cominciata.