La satira pungente di Charles Baudelaire, la pittura surrealista di René Magritte e il “tradimento” di Thierry Henry.
È una vigilia di sensazioni forti quella che precede Belgio-Francia, match valido per la seconda semifinale della Nations League. Una sfida fra due nazioni considerate amiche ma che di fatto nascondono un poco celato antagonismo. La rivalità sportiva è antichissima, soprattutto perché il Belgio può vantare una tradizione calcistica di blasone.
Lo sa bene Luís Oliveira: “Sarà una partita stupenda, imprevedibile perché è molto sentita, c'è tanta rivalità fra le due nazionali e la Francia ha una rosa con calciatori fortissimi, fra i più forti al mondo”, confessa ai nostri microfoni l'ex attaccante del Belgio con il quale ha disputato il Mondiale di Francia nel 1998.
La tradizione calcistica belga vanta grandi calciatori, soprattutto portieri: Munaron, Preud’homme dalla folta capigliatura oggi allenatore e Pfaff ex idolo del Bayern Monaco e considerato fra i più forti interpreti del ruolo di tutti i tempi.
"Dockx è stato come un padre"
Oliveira, Lulù per gli amici, conosce bene la tradizione calcistica belga. Brasiliano, si trasferì giovanissimo in Belgio dove ottenne la nazionalità belga durante i suoi anni all'Anderlecht: “Che bei ricordi. Eravamo una squadra fortissima, sono stato molto fortunato. Ero molto giovane e l'allenatore di quella squadra era diventato il secondo Jean Dockx, che per me è stato come un padre. Si è sempre preso cura di me”, racconta emozionato.
"L'obiettivo è vincere qualcosa di importante"
Per Lulù, arrivato in Belgio a soli 15 anni, è stato la sua famiglia: “Ricordo quando mi accompagnava dal dentista. Successivamente l'Anderlecht chiamò come nuovo allenatore Aad de Mos: fu proprio Dockx a convincerlo a non mandare via noi giovani. In quel periodo - confessa Oliveira - sono maturato tanto e grazie ai suoi insegnamenti sono diventato titolare e il calciatore che tutti hanno conosciuto nel campionato italiano, prima al Cagliari e poi alla Fiorentina in cui c'era una squadra fortissima”.
Proprio l'Anderlecht è stata la culla di un altro grande attaccante, fra i più forti del panorama calcistico mondiale:“Ormai il mondo ha scoperto Lukaku che è un calciatore straordinario. Nonostante il fisico è molto agile e veloce, un giocatore impressionante. La sua esperienza in Italia è stata fondamentale - prosegue - lo ha migliorato e completato tatticamente. Ha imparato a giocare con e per la squadra, ora è un attaccante totale”.
L’attaccante del Chelsea e si suoi compagni scenderanno in campo contro la Francia in una semifinale piena di rivalità e sensazioni particolari: “Il Belgio è primo nel ranking Fifa e vanta al suo interno calciatori di qualità. È fra le nazionali più in forma. Ora, però, l'obiettivo è vincere qualcosa di importante per il Paese”.
"Il segreto del Belgio è il settore giovanile"
Belgio che negli ultimi anni ha scalato le gerarchie del calcio mondiale, merito principalmente del Ct Martínez: “C'è sempre la mano preparata dell'allenatore quando una squadra comincia ad esprimere un certo gioco. La capacità più importante di un Ct è la gestione dei calciatori: Martínez si sta dimostrato un grande psicologo oltre che un ottimo allenatore”.
L’ex attaccante, infine, non ha dubbi su quale sia il segreto di questa crescita esponenziale del movimento calcistico nazionale: “Il segreto del Belgio è il settore giovanile. Sta facendo quello che tanti anni fa vedevo in Italia, valorizzare e dare importanza proprio al settore giovanile. Ci sono tanti ragazzi interessanti, molto forti ma bisogna conoscerli e valorizzarli”, conclude Oliveira.