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Data: 18/05/2022 -

Okoli tra NBA, musica e Serie A. “La promozione era il nostro segreto. Sono pronto al grande salto”

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La nostra intervista a Caleb Okoli, centrale difensivo classe 2001 che ha raggiunto la promozione in A con la Cremonese di Pecchia 
La nostra intervista a Caleb Okoli, centrale difensivo classe 2001 che ha raggiunto la promozione in A con la Cremonese di Pecchia 

Caleb Okoli lo fotografi appena si apre la videochiamata: sorriso a trentadue denti e la spensieratezza di chi ha appena raggiunto la Serie A da protagonista con la Cremonese.“Sono al settimo cielo. È un momento indescrivibile”. Prima istantanea scattata. Poi basta guardare la sua foto di whatsapp per averne conferma. Lui sdraiato sul prato del Sinigaglia di Como, con la medaglia in mano e uno sguardo che ti fa già inquadrare il personaggio e il momento che sta vivendo. Occhi vispi e pieni di felicità. “Non ci si capiva più nulla. Tra champagne, tifosi e tutti noi che cantavamo è stato bellissimo. Non ti saprei dire altro perché non me lo ricordo, è stato un mix di emozioni grande anche da gestire. La prima telefonata l’ho fatta ai miei genitori, mi supportano sempre e non posso fare altro che dire grazie”.  

 

 

La nostra forza è stata il gruppo”. Okoli lo ripete spesso durante la chiacchierata. Giovani, forti e con un obiettivo preciso in testa. “La promozione è sempre stata il nostro grande segreto. Ce lo siamo tenuto fino alla fine, mantenendo  un profilo basso all’esterno. Ma ne eravamo tutti convinti. Non lo dico per dire eh”. Sorride, ma ha le idee chiare. L’ultima volta che la Cremonese faceva la Serie A era il 1996 e Caleb sarebbe nato 5 anni più tardi. Lui, come molti dei suoi compagni. Quando glielo fai notare alza le spalle e ti guarda con una faccia del tipo “che ci posso fare”?. Ma gliel’hanno raccontata. Due settimane fa ha vissuto la promozione in prima persona, venendo travolto dall’abbraccio di una città che ha raggiunto un traguardo incredibile. Sogni che si realizzano.   

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Ma guai a chiamarla favola. Il successo della Cremonese è frutto di un grande progetto, fatto di programmazione, organizzazione e metodo. In una parola: lungimiranza. “Dal primo giorno in cui sono arrivato la mentalità era quella di voler salire. Siamo un gruppo giovane, molti ci conoscevamo già. Io ero consapevole del fatto che avevamo un grande potenziale. Bastava crederci”. Anche sui social Caleb non perde occasione per ringraziare Cremona e la Cremonese. Dopo un’annata così e così alla Spal, in cui ha pagato anche lo scotto dell’esordio in B, in grigiorosso si è preso fiducia, spazio e minuti. E la Nazionale. “La chiamata di Mancini è una di quelle cose per cui mi emoziono ancora. Io sono nato e cresciuto qui, mi sento italiano al 100%. Non mi aspettavo arrivasse in quel momento. Mi sembrava tutto un sogno. Aneddoti di quei giorni? Troppe cose ci sarebbero da dire…”   

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Sorride, ci pensa e poi riparte. “Da difensore mi ha stupito Chiellini. Mette in allenamento la stessa intensità che vedi la domenica in partita. Impressionante. Mancherà tanto al calcio italiano e alla Nazionale. Poi un’altra cosa che ti colpisce è la dedizione che hanno tutti, la cura dei dettagli. Magari sai da giovane, alla prima chiamata, vai prima in palestra per fare bella figura. E invece ti trovi già tutta la squadra”. Lezione. Che sia di insegnamento ai più giovani, che sono il punto da cui ripartire. 

Quando gli chiedi come si vede il prossimo anno si fa una risata. “Ti direi in Serie A, mi sento pronto al grande salto”. Lui che la A l’ha assaggiata con l’Atalanta di Gasperini, pur senza esordire. “Ora tornerò a Bergamo e penso che partirò in ritiro con loro.” In nerazzurro si è allenato con la prima squadra, ha rubato con gli occhi e ha imparato tanto. “Dalla A alla B quello che cambia tanto è il ritmo, l’intensità. Nel mio ruolo uno che prendo come esempio è Bastoni. È cresciuto tantissimo, sa fare tutto. È veloce, tecnico, bravo sia in fase difensiva che di impostazione”. Questione di modelli. Caleb si sente pronto a essere protagonista in A.Vediamo con che squadra. Non so ancora dove sarò, diciamo che l’unica certezza è la categoria”.  

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Musica, NBA e studio 

Okoli fuori dal campo è come lo vedi. Solare, sempre con il sorriso e la battuta pronta. “In spogliatoio ho legato fin da subito con tutti. C’erano tanti ragazzi che si facevano scherzi in continuazione. Due su tutti, Sernicola e Zanimacchia che sono state le vere anime dello spogliatoio. Anche con Valzania quante risate!”. Caleb è appassionato di musica, come suo papà Paul anche se “ascoltiamo generi diversi”, di Nba e sta anche finendo gli studi all’università. Il basket lo rilassa, anche li cerca di rubare con gli e di imparare il possibile. “Guardo ogni giorno gli highlights, cerco di non perdermi nulla”. Lo studio invece è un dovere, la musica una costante. “La ascolto sempre, il tipo di canzone dipende dai momenti”. Magari in questi giorni nella playlist avrà l’inno della Serie A, che lo aspetta. Caleb è pronto. 



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