Ogni tanto ci pensa: “Come sarebbe la mia vita se non avessi preso quel volo?”. Forse avrebbe approfondito la sua passione per la tecnologia: “Ero pazzo per i computer!”. Roba da… laurea: “Ne ho una in informatica, mia madre era felice. Voleva che continuassi gli studi”. Calcio calling però, passione infinita che l’ha portato pure a vincere un reality. “Camino a la gloria”. 15 anni, un provino al Boca Junior e carriera in ascesa, tipo “Campioni”. Anche se Caicedo, a differenza degli altri vincitori, è diventato professionista e oggi segna in Serie A. Ripensando a quel volo di 15 anni fa, quando raggiunse l’Europa con un viaggio solo andata. Guayaquil-Basilea in economica, una valigia piena di sogni e con pochi vestiti: “Il salto in Svizzera è stato impressionante”. Dal caldo al freddo, dallo spagnolo al tedesco. Ma Caicedo è uno tosto, un combattente della vita. Tant’è che in Ecuador, qualche anno fa, gli hanno dedicato anche un documentario chiamato “Luchador”. Emblematico. Vero.
ESSERE CAICEDO
Caicedo non si abbatte e guarda avanti, lontano, mai al passato. Meglio sorvolare: “Da ragazzino ho visto di tutto. Morti, scontri, sparatorie tra bande…”. Criminalità applicata, retaggi culturali tatuati sulla pelle, come quella lacrime nera sotto l’occhio. Meglio non sapere stavolta. Il calcio come via d’uscita dalla povertà: “Ho sempre sognato di diventare un professionista”. Ora sorride e fa felice i genitori. Caicedo è arrivato alla Lazio in punta di piedi, domenica ha segnato il suo primo gol in A contro la Samp. Tre punti. E un bel guizzo dopo una settimana di polemiche targate VAR: “Siamo più forti!”. Caicedo dribbla le domande e dedica il gol alla famiglia: “Ho fatto un cuoricino per loro”. Figlia piccola e (bella) moglie, conquistata ai tempi del Levante grazie a un… jet privato. Dicono che l’abbia accompagnata a Saint Tropez per fare shopping. Il sogno di ogni donna.
LA SERIE A BATTE I COMPUTER
Romantico, anche pragmatico. Uno che sa quello che
vuole: “Essere sotto pressione mi motiva”. Lo carica: “Avere un centravanti
come Immobile è uno stimolo in più”. Adrenalina e fame. Caicedo ha segnato due gol in
Europa League e uno in campionato, ha giocato poco a causa di uno stiramento ma ora si è rialzato (12 presenze). Facile per uno come lui, cresciuto con 5 sorelle in
una casa da 4 persone: “Mio padre vendeva noci allo stadio, mia madre faceva le
pulizie”. Adesso è un’altra storia, Caicedo
ha girato il mondo inseguendo il sogno del pallone: Manchester (City), (Sporting)
Lisbona e (Lokomotiv) Mosca, sfidando i -20 gradi: "Mi sono comprato sei cappotti in soli due mesi!”. Adattamento
livello base, buoni risultati: 15 gol in 3 anni. In Spagna il Caicedo migliore:
Levante, Malaga, infine l’Espanyol (42 reti in Liga). Ora un nuovo mondo
chiamato Serie A, la Lazio a 29 anni per ricominciare. Oltre i reality, l'infanzia difficile e quel volo solo andata verso Basilea. Sicuramente meglio dei computer.