All’indomani dell’incarico affidato a Patrizia Panico, abbiamo raccolto le sue sensazioni e considerazioni in merito a diversi aspetti: alcuni di “cuore” e altri di campo. Perché immaginiamo che il giorno dopo l’ufficialità del suo incarico, non riesca a contare gli attestati di stima, le telefonate e i complimenti ricevuti.
Prima di tutto le chiediamo di Daniele Zoratto, di cui Patrizia è assistente e che sostituirà ad interim alla guida dell’Under 16 nelle due amichevoli contro la Germania del 22 e 24 marzo: “Zoratto mi dà sempre ottimi consigli, oltre ad essere il mio punto di riferimento e anche il mio protettore”.
E i colleghi, gli amici, i famigliari, come hanno reagito a questa notizia? “Mi stanno facendo tutti i complimenti. Davvero non ho mai ricevuto così tanti messaggi di supporto”. In occasione della prima amichevole, quella del 22, che effetto ti farà tornare al Bentegodi, stadio che per te ha significato molto come giocatrice? “A Verona oltre ad aver lasciato trofei importanti ho lasciato anche un pezzo del mio cuore. Ci sono posti e persone a cui rimarrò sempre legata”.
A proposito di legami e cuore, possiamo solo supporre come le sia esploso il petto di gioia nel momento in cui Zoratto le ha comunicato l’incarico. Come allenatrice e come donna, cosa ti auguri? “Il mio primo pensiero è che un giorno possa essere consuetudine una donna in panchina che allena degli uomini così com’è consuetudine oggi che un uomo alleni delle donne. Perché la differenza la fa la competenza e non il genere”.
C’è qualcuno a cui vuoi dire grazie? “Ci sarebbero tantissime persone. In primis Michele Uva che ha sempre creduto in me e Carlo Tavecchio, unico presidente ad incentivare l’avvento delle donne nel calcio maschile. Un grazie va anche agli allenatori delle nazionali giovanili, perché attraverso le loro esperienze stanno crescendo anche le mie. E infine Maurizio Viscidi, il responsabile degli allenatori che con questa panchina per le gare contro la Germania ha voluto fortemente promuovermi”.
L’emozione si percepisce tra le righe, così come l’orgoglio, di cui sono intrise le dichiarazioni che Patrizia Panico ha concesso a gianlucadimarzio.com. Non possiamo biasimarla, perché un incarico che fino a due giorni fa sarebbe stato affidato ad un uomo e che oggi viene assegnato ad una donna, sa di storia. Patrizia lo sa, perché era una calciatrice ed è un’allenatrice. Ma prima di tutto è una Donna. E la maiuscola non occorre spiegarla.