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Da calciatore a mental coach: Nicolò Ferrari e la sua preparazione Off Season

Intervista a Nicolò Ferrari, mental coach di Nest Football, società leader in Italia nel miglioramento delle performance del calciatore

Al mondo esistono due tipi di persone: chi annega nelle delusioni e chi da esse trova sempre la forza di ripartire e tirarci fuori qualcosa. È il caso di Nicolò Ferrari, ex calciatore cresciuto nelle giovanili del Rimini e oggi alla guida di Nest Football, società leader in Italia nel miglioramento delle performance del calciatore.

  

 La preparazione off season

  

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Nell’estate dei Mondiali di Russia, uno dei periodi più bui della storia del calcio italiano, si è tenuto il primo raduno con una ventina di calciatori professionisti: Nicolò ha messo loro a disposizione tutte le sue conoscenze (e le tecnologie) per arrivare pronti al ritiro con la squadra migliorati dal punto di vista fisico e mentale: la cosiddetta preparazione off season.

    

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Insieme ad altri professionisti del settore ha creato un vero e proprio brand fidelizzando questi giocatori con l’obiettivo di un incremento dei risultati sul lungo termine. Giangiacomo Magnani, per esempio, è passato dal Siracusa in Serie C al Verona in Serie A, anche se i pupilli di Nicolò, come ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com, sono Federico Macheda e Marco Calderoni: “Li ho visti crescere, Marco al primo anno di A con il Lecce ha fatto 3 gol e 3 assist da difensore. Fede in Grecia nelle scorse due stagioni ha segnato tanto, nell’ultima, invece, grazie ai suoi movimenti in campo studiati a video da Nest ha favorito tantissime azioni e reti ai compagni”.

 

Il Biofeedback: una tecnologia per gestire le emozioni

 

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Nest, infatti, propone agli atleti una serie di strumenti: dalla preparazione atletica dedicata fino alla gestione delle emozioni del calciatore in campo con il Biofeedback, un macchinario collegato alle dita e che, come la macchina della verità, rileva come la persona reagisce allo stress, registrando gli sbalzi umorali e fisici, tracciati e utilizzati per una miglioria nel controllo dell’ansia nei momenti decisivi. Già Carlo Ancelotti ai tempi di Milan e Chelsea ne faceva uso negli allenamenti per scegliere i rigoristi su consigli di Bruno De Michelis, uno degli psicologi dello sport più famosi nel nostro paese.

 

“Il talento va valorizzato”

 

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Spesso vado a vedere gli allenamenti dei miei ragazzi e vedo che hanno dei colpi, che il talento c’è. Poi però non riescono a tradurlo in partita. Io sono qui per farlo venire fuori anche nelle gare. Gli allenatori normali pensano al risultato e al collettivo, giustamente, però allo sviluppo del singolo non tengono molto”.

Forse si rivede in quei calciatori e non vuole che come lui perdano il treno nel momento decisivo: “Come tutti i bambini avevo il sogno di diventare calciatore e per un po’ ci sono riuscito, ma quando è arrivato il momento di fare il grande salto non ce l’ho fatta”. Una corsa sul binario della Serie C smarrita non tanto per suoi demeriti ma per un grave infortunio: “Sono cresciuto nelle giovanili del Rimini, poi sono passato al Santarcangelo ma nella stagione della svolta sono rimasto fermo 7 mesi per una pubalgia”.

 

“Il calcio non ti aspetta”

 

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Sette lunghi mesi che gli hanno fatto capire che “il calcio non ti aspetta, se non fai subito una bella impressione c’è pronto un altro giocatore per sostituirti”. Il primo approccio è quello che conta e lui lo sa bene: dottore in Scienze del comportamento e delle relazioni sociali, si è laureato nel 2014 all’Università di Cesena, cominciando un percorso personale come mental coach ma provando comunque a continuare col calcio nelle categorie minori, fino al 2018, anno della fondazione della società.

 

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Al prossimo ritrovo di Nest Football, che comincerà il 20 giugno a Rimini, saranno presenti tanti giocatori di Serie A, B e C, pronti a seguire Ferrari e i suoi collaboratori: “Ovviamente questo percorso non è una garanzia di arrivo al top ma un aiuto per il mantenimento fisico e mentale a certi livelli, cosa che al giorno d’oggi non è affatto scontata. Tantissimi debuttanti (circa il 70%) si perdono per strada e arrivano a un punto di non ritorno”.

 

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Ernia, famoso rapper milanese canterebbe “non dico che io non abbia paura, ma almeno so dove andare”: il calcio moderno a volte può sembrare un acquario di squali e senza una guida che ti possa far capire come evitarli, il rischio è quello di essere sbranati.