Velocità, dribbling e tanta personalità: ecco chi è Justin Kluivert.
Del padre ha preso solo il cognome, tanto che in Olanda lo hanno definito “figlio di nessuno”. Non tanto per il modo di essere, ma soprattutto per la posizione in campo. Justin però è da sempre orgoglioso di portare il nome Kluivert sulle spalle, perché spera un giorno di renderlo ancora più famoso.
Diciannove anni compiuti da poco, già i numeri del predestinato. Justin ha debuttato con l’Ajax quando aveva appena 17 anni, superando per precocità anche papà Patrick, che la maglia dei lancieri l’ha indossata per tre stagioni all’inizio della sua carriera. Nell’estate del 2016, quando era ancora nell’Under 19 dell’Ajax si era prefissato due obiettivi: indossare la maglia dell’Olanda di categoria e allenarsi qualche volta con la prima squadra. Alla fine di quella stessa stagione collezionerà 14 presenze in Eredivisie e verrà convocato per la finale di Europa League contro il Manchester United.
D’altronde Justin è ambizioso per natura, basta chiedergli quale sia il suo obiettivo per il futuro per capirlo “Diventare il giocatore più forte del mondo”, ha dichiarato qualche tempo fa. Aspirazioni importanti, paura di nessuno: “Per fortuna non sono mai nervoso, anzi… lo sono stato solo all’esame pratico per la patente”. Ammira Ronaldinho per il modo di giocare ma si ispira a Cristiano Ronaldo per la sua professionalità. E come il portoghese spera un giorno di poter girare un documentario sulla sua carriera.
E’ il terzo di quattro figli, tutti calciatori. Quincy cerca di emergere nelle giovanili del Vitesse, Ruben non è riuscito ad andare oltre alle serie dilettantistiche. Il più piccolo, Shane è già stato messo sotto contratto dalla Nike e incanta nelle giovanili del PSG. Una famiglia di sportivi, tutti sotto la guida di papà Patrick.
Come gioca Kluivert?
Corre, dribbla e si accende sulla fascia. E’ un esterno moderno, fantasioso sì, ma soprattutto concreto. Dieci gol in 30 presenze l'anno scorso in Eredivisie, che certificano la sua facilità di andare a rete. Con la tripletta al Roda Kerkrade è diventato il primo diciottenne olandese a mettere a segno tre gol in una partita dall'81. E’ veloce ed è bravo con entrambi i piedi. Per questo è sempre un pericolo quando si accentra.
Ha iniziato giovanissimo nell’AFC Amsterdam prima di passare nelle giovanili dell’Ajax. Nasce come esterno destro, poi col tempo si è spostato a sinistra. Ed oggi è quello il suo ruolo naturale, che gli permette di andare al tiro o al cross con la stessa naturalezza. Nella Roma potrà alternarsi con Perotti ed El Shaarawy o all’occorrenza sostituire Under.
Il suo sogno era giocare nel Barcellona con Messi, ma papà Patrick gli ha consigliato di maturare con calma. Justin potrà riuscirci a Roma, sotto la guida Di Francesco, che negli anni ha dimostrato di saper valorizzare al meglio i giovani. Come il padre farà tappa in Italia, il futuro è dalla sua: intanto il presente è a tinte giallorosse.