L’indirizzo della gara si era capito in 12 minuti, quelli che erano bastati a Frank Anguissa - non proprio uno abituato a fare gol, figurarsi una doppietta - a stendere il Torino con un doppio colpo quasi mortale. Luciano spalletti lo ha eletto a leader del centrocampo perché ha tutto quello che a lui piace: fisicità, qualità, intelligenza.
Era arrivato un anno fa in prestito, è stato riscattato qualche mese fa per 15 milioni e oggi ne vale almeno tre volte tanto. Lui e il capocannoniere Kvaratskhelia mandano al tappeto un Torino che però nella ripresa fa vedere ottime cose, che ci crede dopo il gol di Sanabria e che denuncia forse un po’ di mancanze in qualità ma non in voglia di fare. Per Juric, però, quella contro Spalletti sta diventando una triste abitudine, un’abitudine da zero punti e zero soddisfazioni.
Sono sette i faccia a faccia tra i due dopo oggi e il ruolino di marcia dell’allenatore oggi al Torino è chiaro: sette sconfitte in altrettante partite, 15 gol incassati con i 3 di questo pomeriggio al Maradona e solo 3 fatti contro le squadre del toscano. È un bilancio che non ammette regole e che porta un po’ di nervosismo, quello che ha accompagnato anche oggi nel finale Juric, espulso nel finale di gara.
Poteva essere dura oggi: il Napoli di Spalletti veleggia, sembra intoccabile la verve dell’attacco e anche la difesa regge la pressione granata della ripresa. Al toscano manca Osimhen ma quasi non si vede, a Juric, invece, manca qualche carta giusta al posto giusto. Al ritorno, proverà a sfatare un tabù, nel frattempo Spalletti si prende partita e primo posto vestendosi da bestia nera.