Il momento più buio della storia recente a fare da contraltare al momento più bello degli ultimi anni. Paradiso e Inferno, questo Napoli conosce bene entrambe le realtà: gli azzurri di Walter Mazzarri crollano anche a Torino contro la squadra di Juric, un 3-0 che non mette forse fine ai sogni di gloria per la qualificazione alla prossima Champions League ma cancella di fatto tutto quanto si era trattenuto a forza negli ultimi mesi. Il Napoli dello scudetto non c’è più - e quello si era capito - ma ora non c’è più nemmeno quello capace di restare ai piani alti della classifica negli ultimi anni, quella squadra capace di giocarsi più volte la vittoria finale, quella società capace di mettersi alle spalle gran parte delle squadre italiane
Dentro la crisi del Napoli
“Non possiamo più andare avanti così, le responsabilità è giusto che se le prenda anche chi va in campo. Ritiro? Domani ci ritroviamo a Castel volturno e vedremo se e come andare in ritiro” dice Mauro Meluso, direttore sportivo che sembra una nave sola nella tempesta. A Torino Mazzarri è squalificato, De Laurentiis non c’è. Fantasmi di un Napoli che è stato si intravedono solo a fine partita quando tutta la squadra va a “chiedere scusa” ai presenti, ai tifosi arrivati fino in Piemonte e che chiedono di più a gran voce. La media punti nel frattempo è disastrosa: con Mazzarri appena 6 punti in 7 partite. A cui aggiungere il tonfo incredibile in Coppa Italia dopo lo 0-4 interno contro il Frosinone. Un ruolino di marcia pessimo, salvato solo in parte dalla ottenuta qualificazione agli ottavi di Champions League già ampiamente messi al sicuro con la gestione Garcia.
Il Napoli non sa più segnare: 4 gol segnati in Serie A da quando è arrivato l’allenatore toscano, zero reti nelle ultime partite e l’assenza di calciatori importanti come Osimhen o anguissa a farsi sentire il doppio ora con la Coppa d’Africa alle porte. E quelli che vanno in campo non sembrano fare meglio: una delle fotografie del momento è quella di Pasquale Mazzocchi, il cui esordio azzurro oggi è durato appena 4 minuti tra l’ingresso in campo e l’espulsione.
Tutto intorno non è che vada meglio: Kvaratskhelia e Lobotka sembrano lontani parenti di quelli visti qualche mese fa, Simeone si perde ancora in panchina in favore di Raspadori, la difesa non riesce a non prendere gol in ogni modo. L’inferiorità numerica ha chiuso il cerchio delle disgrazie sportive a Torino, con Mazzarri a guardare dall’alto e De Laurentiis a valutare da lontano. Il girone d’andata più deludente degli ultimi anni - appena 28 punti - è ormai alle spalle. Altre 19 partite segneranno la verità di questa squadra che di scudetto ha solo il triangolino cucito sulle maglie ancora per qualche mese. In attesa del mercato e dei botti che faticano ad arrivare.