A giugno di quattro anni fa, De Zerbi e Gattuso si giocavano l'ultimo posto disponibile in Serie B, sulle panchine rispettivamente di Foggia e Pisa. Sempre nel 2016, in quel periodo, Sassuolo era ancora in festa per il sesto posto conquistato in campionato, che permetteva agli emiliani di disputare i preliminari di Europa League mentre a Napoli cominciava a farsi strada il sarrismo.
Quattro anni dopo, invece, le prospettive sono cambiate. Entrambi, con due percorsi differenti ma simili nel sacrificio, sono approdati su queste panchine. Pronti a sfidarsi il ruolo di antagonista del Milan capolista nella partenza di una stagione mai così singolare. Anche questo round è andato a De Zerbi, nonostante avesse contro tutti i favori del pronostico vista l'assenza in contemporanea di Berardi, Djuricic e Caputo, il tridente che finora aveva sospinto il Sassuolo così in alto.
Eppure, la differenza l'ha fatta quell'identità che l'allenatore ha sempre difeso, anche quando magari, come sulla panchina del Benevento, i risultati non erano dalla sua parte. E anche quando nel corso della partita si è esposti a rischi elevati. I neroverdi sono andati in difficoltà ma hanno saputo reggere, in attesa del momento giusto per venire fuori. Nella ripresa, il palleggio degli emiliani ha sfiancato il Napoli, specialmente dopo il gol del vantaggio.
Ecco perché la mancanza del tridente titolare non ha inciso sulla qualità del gioco espresso, mantenuto anche contro una squadra che finora sul campo era imbattuta in campionato. Il nome sembra quasi venire dopo il collettivo, non soltanto nella teoria. E i due gol segnati oggi (uno di Maxime Lopez) tengono il Sassuolo a ridosso della vetta, a soli due punti dal Milan (tutti i numeri di Ibrahimovic), ma soprattutto valgono ancora il primato come miglior attacco della Serie A con 18 reti in 6 partite. Anche più dell'Atalanta, di cui ha le sembianze, visto come propone e quanto realizza.
Fondamentale aver contenuto le offensive del Napoli. Il contributo dell’ex in maglia neroverde è stato decisivo in questo senso. Vlad Chiriches, infatti è stato uno dei migliori in campo, col grande merito di aver limitato lo strapotere fisico di Osimhen. E così, mentre il Foggia che fu di De Zerbi ha battuto il Bari, la sua squadra attuale ha colpito anche l’altro club della famiglia De Laurentiis. Se da un lato questo 2-0 apre a tanti interrogativi, per Gattuso, dall’altro conferma la validità di una filosofia, di principi studiati e perseguiti. Oltre il risultato, oltre i singoli, persino oltre il livello degli avversari. È il trionfo delle idee, il vero successo di De Zerbi.