Il primo su calcio di punizione. Il secondo di testa, non proprio abituale per un calciatore alto 169 centimetri. Eppure è proprio questa l’arma migliore di Dries Mertens: sapersi innovare e sorprendere ogni volta. E saper dimostrare perché, nonostante tutto, l’attaccante titolare del Napoli sia sempre lui. La gara con la Roma di questa sera all’Olimpico poteva valere una buona fetta di speranza per la qualificazione alla prossima Champions League, e se il Napoli può coltivarla lo deve ancora una volta al suo bomber all-time, che stasera ha saputo portarsi a quota 133 gol con la maglia azzurra.
100 di questi solo in Serie A - a Napoli ci erano riusciti solo Vojak e Hamsik prima di lui -, una cifra tondissima che ora il belga vorrà aumentare nel finale di campionato per poter lanciare il suo Napoli ancora una volta nell’Europa dei grandi. E quella con la Roma diventa sempre più la sua partita: tutto era cominciato in un giorno di marzo (anche lì) di quattro anni fa, con l’esultanza strana dopo un gol che sarebbe valso la vittoria. Dries si avvicina alla bandierina ed esulta come un cane quando fa i suoi bisogni. Gesto di offesa? “No, solo un modo per onorare la mia Juliette” racconterà Dries, pensando alla cagnetta trovata e adottata a Napoli, da sempre parte della sua vita in città. Dal quel giorno del 2017 ad oggi, Napoli e Roma si sono affrontate nove volte in campionato e Mertens ha segnato ai giallorossi già otto volte: ha saputo trasformarsi, reinventarsi e affermarsi anche quando i fasti sembravano passati.
Il Mertens “sarriano” luccica ancora negli occhi di tutti a Napoli, vertice unico di quel 4-3-3 che ha fatto innamorare l’Italia e l’Europa. Ma anche con Ancelotti Dries non si è lasciato pregare: ha saputo ritagliarsi il ruolo da punta nel nuovo 4-4-2 da uomo decisivo, come quando nell’ottobre 2018 aveva saputo riacciuffare la Roma all’ultimo minuto al San Paolo. Nella vittoria ancelottiana del 2019 nella Capitale (4-1) c’era ancora la sua firma, poi qualche gara di assenza al gol con Gattuso, prima del nuovo cambio modulo e della trasformazione. Da 4-4-2 a 4-2-3-1, la rivalità con Osimhen (mai realmente concretizzata) stravinta a suon di gol.
La Champions che sembrava un miraggio ora è più vicina, anche grazie ai gol di un 34enne che non vuole saperne di fermarsi. Nel campionato dei bomber che migliorano insieme con il vino come Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo, anche Dries vuole mettere la firma: pronto a trasformarsi ancora per il bene del suo Napoli.