Il Napoli cerca la reazione. Mettendo da parte il campionato, dove la vittoria manca ormai da sette partite. In Champions va meglio, gli ottavi sono dietro l'angolo ma prima c'è da passare sul Genk, atteso al San Paolo nella giornata di martedì. Ancelotti vive ore difficili, la sua panchina non è più così solida, anzi: "Ho parlato con De Laurentiis, lo faccio tutti i giorni - ha dichiarato in conferenza stampa - abbiamo fatto una valutazione sulla partita di Udine. La vigilia la vivo normalmente, domani possiamo ottenere un obiettivo importante".
Testa al campo dunque, ma anche al futuro: "Credo che essere messi in discussione in questa situazione sia assolutamente normale. Sono esperienze che ho già vissuto altre volte, non mi spaventa o mi preoccupa che la società possa decidere di esonerarmi o io decida di andarmene. Se non si verificano determinate condizioni, penso si debba andare avanti altrimenti giusto chiudere. La valigia deve essere sempre pronta. Ora non sto pensando a tutto questo, sull’argomento si sentono tante cose. Io penso solo alla squadra, sono molto coinvolto in questo periodo. La squadra non sta esprimendo ciò che può fare, proprio perché vedo cose di grande livello in Champions e il responsabile sono io. Sto cercando la soluzione migliore, perché finirà: non la possiamo tirare troppo per le lunghe”
La speranza è tornare a sorridere: "Devo prendere delle decisioni in queste ore - ha continuato Ancelotti - devo scegliere la formazione giusta e mettere in campo una squadra che possa giocare bene e tornare a fare ciò che ha fatto tante volte quest’anno, per una partita convincente. Dopo la partita dovrò fare delle riflessioni legate alla partita e spero di fare riflessioni positive perché ultimante sono state veramente poche”.
Una vittoria in Champions aiutarebbe, ma non risolverebbe nulla: "La qualificazione non cancella ciò che è successo finora - ha ribadito - in Champions sono state fatte cose buone, per questo vanno valutate anche le cose meno buone fatte in campionato. Ne siamo tutti consapevoli, io per primo. La qualificazione ci può dare qualche stimolo in più per rifare le prestazioni di inizio anno. Io devo continuare a fare il mio e valutare non quello che ho fatto ma ciò che sto facendo oggi. Non vorrei mai che i giocatori giocassero per me, se fosse così mi verrebbero tanti dubbi”
"Cosa non rifarei qui a Napoli? Non la dico, ma c’è una cosa che non rifarei”. Resta sul vago Ancelotti, che adesso vuole una reazione: "Mi aspetto una prestazione convincente come tante altre volte in Champions. Abbiamo fatto bene molto bene in un girone non facile. Essere ad un passo dalla qualificazione vuol dire che in questa competizione si è dato il massimo. In questo momento la squadra è preoccupata di ciò che non riesce a fare. Non è libera mentalmente, paradossalmente a Liverpool aveva meno responsabilità e questo ha inciso molto. Il fatto che abbiamo colpito tanti pali non è una giustificazione: in campionato non abbiamo reso come in Champions”.
Poi il discorso scivola nuovamente sulla sua posizione: "Il fatto di essere messo in discussione è dovuto al rendimento della squadra finora che non è stata all’altezza delle aspettative. Da qui a parlare di addio domani sera se le cose non andassero bene ce ne passa. La qualificazione come detto non cancella il passato ma sarebbe un colpo di spugna forte. E se non mi ritenessi la persona adatta a risolvere i problemi del Napoli non sarei qui”.