Giovani, esuberanti, incontenibili. I gioielli della Fiorentina brillano al San Paolo, esaltano la semplicità richiesta da Iachini in campo e battono un Napoli sempre più alle corde. La compattezza e la saggia occupazione degli spazi sono stati sublimati dall'efficacia offensiva dei giocatori migliori. Su tutti il solito Federico Chiesa, che dopo 25 conclusioni è riuscito a trovare la rete contro gli azzurri. La sua prestazione però è stata arricchita dal grande lavoro in fase di non possesso, che ha permesso di non andare mai in sofferenza sugli esterni, dal primo all'ultimo minuto in cui è rimasto in campo. "Che stanchezza" è il suo commento a caldo al fischio finale.
L'azione che ha portato al raddoppio evidenzia un altro aspetto, cioè che la Fiorentina ha mostrato di saper sempre cosa fare, in qualsiasi momento della partita. Senza avere la presunzione di imporre il proprio gioco (solo 31% di possesso palla), la squadra di Iachini ha saputo leggere i vari momenti della gara. L'ingresso di Vlahovic è arrivato nel momento migliore e il classe 2000 ha ripagato la fiducia dell'allenatore. Il sinistro a giro con cui blinda i tre punti è un altro saggio di talento, già assaporato contro l'Inter: la pressione non è un fattore determinante, la mentalità è già quella giusta.
Non è comparso nella voce dei marcatori, ma la combinazione di atletismo e tecnica su cui può contare Gaetano Castrovilli non smette di impressionare. L'idea di sfruttarne le doti partendo da una posizione più defilata lo ha reso ancor più temibile. I suoi break tra le linee avversarie e la capacità di "pulire" i palloni dal fondo sono stati una risorsa importante nei novanta minuti. E Iachini non è il solo a compiacersi delle sue prodezze. Con l'infortunio di Zaniolo infatti il centrocampista è in lizza per un posto ai prossimi Europei. Come il talento della Roma, si è riscoperto un esterno atipico quanto efficace. Un'altro giovane talento tutto da veder crescere, per il calcio italiano, che dalla Viola sa trarre le più rosee prospettive.