Un’avventura nuova, con la speranza di prendere il volo. “Mi hanno sempre coccolato lì”, racconta in esclusiva a Gianlucadimarzio.com. “I tifosi mi salutavano ovunque, mi incitavano tantissimo”. Era giovane, aveva voglia di imparare. Ma era arrivato in un momento difficilissimo. Era la stagione 2004/2005: davanti a 60mila persone il Torino riusciva a battere il Perugia nei playoff di Serie B e a passare in Serie A. Gioia di poche settimane: la Guardia di Finanza rileva un deficit mostruoso e delle irregolarità pesanti. La squadra fallisce e giocatori come lui, Sorrentino, Balzaretti, Quagliarella e molti altri finisco a parametro zero di punto in bianco. “Sarei rimasto lì a vita”.
Il nuovo presidente prima di Cairo, Gigi Marengo, ci prova. Ma c’era già la Lazio pronta a prenderlo. Tre stagioni a Roma. Si fa notare. “Ho scoperto la Serie A, uno dei miei momenti più alti in carriera”. Si stabilizza in biancoceleste, trova casa nel Lazio. Dove? “A Formia. Ci vivo tutt’ora”. Ha anche aperto un bar, ma vuole restare nel calcio: “Sto studiando per diventare un procuratore. Mi piacerebbe far conoscere i nuovi talenti e farli arrivare in Serie A”. Un po’ come è capitato a lui. Dalla Lazio si trasferisce al Bologna. Altre quattro stagioni e tante partite giocate, un record che nella stagione 2011/2012 condivide con Di Vaio e Portanova: 34 presenze in campionato. Continua a pagina 2