Mourinho alla Roma, con che modulo e sistema giocherà il portoghese?
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Data: 04/05/2021 -

Mourinho alla Roma, come giocherà il portoghese con i giallorossi?

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Arrivata l'ufficialità di Mourinho come nuovo allenatore della Roma, vediamo in che modo potrebbe giocare il portoghese con i giallorossi
Arrivata l'ufficialità di Mourinho come nuovo allenatore della Roma, vediamo in che modo potrebbe giocare il portoghese con i giallorossi

José Mourinho alla Roma. Il club giallorosso conferma una notizia che ha del clamoroso. Il tanto atteso ritorno in Italia dell'allenatore portoghese non sarà all'Inter, di cui è diventato un idolo dopo la stagione del Triplete, bensì alla Roma. Gli interrogativi e i dubbi dei tifosi giallorossi e non solo, oltre alla logica eccitazione per la notizia, sono tanti. Uno su tutti, come giocherà Mourinho sulla panchina della Roma?

 

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Come gioca José Mourinho?

 

Dal 4-3-1-2 utilizzato al Porto al tempo della prima Champions League vinta nel 2004, il portoghese è passato temporaneamente al 4-3-3 con il Chelsea fino al 2007, per poi assestarsi sul 4-2-3-1 che ha fatto la sua fortuna da lì in avanti. Dall'Inter al Real Madrid, passando per il secondo Chelsea e per il Manchester United fino ai tempi recenti col Tottenham, Mourinho ha fatto di questo sistema di gioco il suo credo. Tutte squadre ricordate per la loro fisicità imponente e la loro organizzazione, specialmente in fase difensiva. 

  

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Come l'Inter del Triplete, in fase di possesso le squadre di Mourinho si schierano spesso con un 4-2-3-1 che in costruzione diventa un 2-4-1-3, con una ricerca quasi ossessiva della verticalità ma soprattutto dell’ampiezza. In fase di non possesso, invece, il portoghese muta il proprio modulo fino ad arrivare ad un 4-5-1 compatto nella propria metà campo. Corsie laterali veloci e fluide, ampio uso dei cross con i saltatori in fase offensiva e inserimenti dei centrocampisti sono alcune delle caratteristiche principali del sistema di gioco utilizzato da Mourinho.

 

Fase difensiva e uso delle fasce

 

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Proprio con questo modulo, il portoghese ha reso famosa l'Inter che vinse tutto nel 2010. Una squadra dotata di grande fisicità, che contava su una fase difensiva molto solida e su una fase offensiva ad ampio uso delle corsie laterali, sfruttando in particolare le sovrapposizioni di terzini come Maicon, Zanetti e l'adattato Eto'o e la loro propensione al cross. Un sistema che ebbe il suo massimo apice, tecnico e non, in quel 2-0 della finale di Champions League vinta a Madrid contro il Bayern Monaco. Aspettando di conoscere la rosa completa che avrà a dispozione Mourinho in questa sua prima avventura alla Roma, il portoghese dovrebbe partire da una base che ben si potrebbe sposare con la propria idea di gioco.

 

Il confronto con Fonseca

 

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Anche Fonseca è arrivato a Roma con l’idea di mettere in campo un 4-2-3-1, basato su possesso palla e gioco offensivo, cosa che ha fatto nella prima parte della stagione passata. Tuttavia, una lunga serie di prestazioni altalenanti, ha portato al cambio del sistema di gioco verso il 3-4-2-1. Un modulo molto diverso rispetto a quello utilizzato da Mourinho, a partire dalla poca stabilità difensiva, uno dei punti maggiormente oggetto di critica in questa stagione, per arrivare all'uso delle parti centrali del campo rispetto a quelle laterali. In particolare, il portoghese ha prediletto il fraseggio centrale grazie a giocatori come Villar e Veretout o Pellegrini, per poi arrivare alla fase d'attacco sfruttando i vari trequartisti e la punta centrale, che fosse Dzeko o Borja Mayoral. Fonseca ha messo in campo, infatti, un calcio fatto sì di intensità e ritmi elevati come il suo connazionale, ma più votato al gioco offensivo.

 

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Anche per questo motivo, forse, la scelta della dirigenza giallorossa è ricaduta su José Mourinho. Ricostruire la squadra dalle fondamenta, puntando su un allenatore che parte dalla cura della fase difensiva perchè poi il resto arriva di conseguenza. E per Mou, il resto (quasi sempre) significa tirare fuori il meglio dai suoi giocatori facendoli rendere al massimo.


A cura di Tommaso Mangiapane



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