Quando si parla del matrimonio arriva al settimo anno, quando l'attore protagonista è Josè Mourinho invece al terzo. Quando, più che di matrimonio, tira aria di divorzio.
Risultati negativi, nervosismo nelle conferenze stampa, vetta distante 9 punti e quel gelo con Pogba manifesto di un inverno già iniziato nella parte più rossa di Manchester. Davvero poco United.
E' la crisi del terzo anno. Prerogativa tutta mourinhana di un periodo di difficoltà applicato al calcio e in particolare alla panchina su cui siede.
Solo un mito? Alcuni numeri, in realtà, supportano questa tesi. Partendo dal presente: in questa sua terza stagione alla guida dello United la squadra è stata protagonista del peggior inizio di campionato negli ultimi 29 anni.
Instant manager? Finora i numeri dicono che Mourinho alla sua terza stagione in un club ha sempre vinto meno rispetto alle prime due. In termini di trofei: 8 ne ha conquistati il primo anno, 11 il secondo e 6 il terzo.
Chelsea lasciato (per la seconda volta) nel dicembre del terzo anno in Blues, via dal Real Madrid alla fine della terza stagione in Blanco, all'Inter è rimasto in panchina due anni.
Nella prima parentesi al Chelsea, al terzo anno ha vinto due titoli e non è riuscito a confermarsi campione di Premier; mentre è con il Porto che ha vissuto il miglior terzo anno della carriera: Primeira Liga, Champions League e Supercoppa di Portogallo. Unica eccezione tra le sei panchine prese in considerazione (contando due volte il Chelsea).
Insomma, solo dal Porto lo Special One ha lasciato da eroe dopo 3 anni di permanenza. Frizioni, meno titoli e percentuale di vittorie che cala: la crisi del terzo anno per Mourinho è (quasi) una regola.
(Fonte grafica: BBC.com)