La Roma sfida lo Sheriff Tiraspol nella sesta e ultima partita della fase a gironi di Europa League. I giallorossi sono già certi di passare il turno, ma la seconda posizione li obbligherebbe a passare dai playoff, e quindi a sfidare una delle "retrocesse" dalla Champions.
Nella conferenza della vigilia e nella One to One concessa ad Angelo Mangiante di Sky Sport ha parlato José Mourinho, che ha così interrotto il silenzio stampa proclamato dopo Roma-Fiorentina.
Roma-Sheriff Tiraspol, le parole di José Mourinho
L'allenatore portoghese ha cominciato presentando così la sfida: "Prima di tutto serve far divertire la gente, giocando seriamente. Non dobbiamo pensare che siamo qualificati e abbiamo pochissime chance di arrivare primi. Non dobbiamo pensare che sia una partitella, non deve essere così per rispetto dei tifosi e per rispetto del calcio, perché non si sa mai cosa può succedere. Ovviamente lo Slavia è più forte del Servette, deve vincere, ma magari non vince. Noi dobbiamo fare il nostro lavoro, giocare e vincere. Se lo Slavia pareggiasse dovremmo vincere con cinque gol di scarto, il che sarebbe molto difficile. Andiamo avanti, siamo positivi. Dobbiamo fare cambi obbligatori più che per decisione mia, ma si aprono finestre per altra gente come Belotti che lavora benissimo e ha un buon livello di forma anche se sta giocando pochissimo. Per questa gente serve approfittare di questa opportunità, per noi serve vincere".
Poi Mourinho ha proseguito: "Mancini è infortunato, lui ha grandissimo carattere. Anche Ndicka ha giocato con dei problemi. Mancini domani non andrà neanche in panchina. Kumbulla non ha nessuna possibilità di giocare, magari contro il Napoli può andare in panchina e aiutarci negli ultimi dieci minuti se saremo in difficoltà. Dybala? Paulo l'anno scorso ha fatto un numero di partite molto più alto del solito, rispetto alla Juve. Quest'anno ha avuto il problema a Cagliari e questo, ma quando è in campo ci dà grande aiuto. Preferisco dire che siamo fortunati ad averlo, ci manca tanto quando ha questi problemi perché è un giocatore importante per il nostro reparto offensivo. Ma guardiamo a questo con un piccolo sorriso".
Poi sul sorteggio: "La squadra che scende dalla Champions dovrà preoccuparsi di noi? Beh anche noi di loro... Ovviamente sarà una buona squadra, ma guardando alle squadre che ieri si sono qualificate o sono "retrocesse" in EL... beh il Benfica per esempio è squadra di Champions. Tutte guardano alla Roma con rispetto, sanno che non sarà facile per loro. Non avremo il 10 per cento delle possibilità, magari arriva una squadra veramente di Champions, vedremo... L'anno scorso abbiamo vinto con la Real Sociedad, con il Leverkusen, nessuno ci ha dato i meriti. Chiunque verrà saremo lì, speriamo di avere tutti i giocatori a disposizione". Leggi anche - Europa League, i sorteggi dei playoff: come funzionano
Conclusione riservata alle parole di Sarri sull'ambiente romano e alle aspettative della piazza: "Qualche volta certe cose mi fanno sorridere, qualche volta reagiamo lavorando, qualche volta non capiamo perché... L'aspettativa è sempre alta ma è la mia storia. La passione che la Roma genera e l'anti romanismo hanno un'esigenza massima, un'alta aspettativa. Ma ora l'aspettativa è vincere domani e penso che lo faremo".
Le parole di Mourinho in conferenza stampa
Poi Mourinho è intervenuto in conferenza stampa, parlando del pubblico: "Il giorno in cui l'Olimpico non sarà pieno sarà una sorpresa negativa per noi, è bello ed è una motivazione. A loro non interessa se ci sono di fronte grandi squadre italiane, se serve una vittoria, non ci pongono condizioni". Sui cambi: "Sono obbligatori, non sono scelte, soprattutto in difesa". Sulle differenze dall'anno scorso: "Siamo meno forti sui piazzati e sui duelli difensivi. Ma senza Smalling e Ibanez abbiamo più costruzione, più possesso, meno errori nel possesso palla nella prima fase". Poi una polemica: "Quando le altre squadre segnano dopo 21 passaggi si meritano i reel della Lega Serie A, noi no...". E ancora: "Ho letto le parole del presidente Viola di 20-30 anni fa, sembra che le cose non siano cambiate".
Sul futuro: "Non c'è bisogno di pensare a niente. Nella mia testa è tutto molto chiaro. In primis posso solo ringraziare la gente, poi dico che non mi fa sentire "confortabile": mi fa emozionare, mi fa orgolgio, fa crescere l'amore per loro, ma non mi piace. Chiedo loro di non fare gli striscioni per me, ma per i giocatori. Loro devono sentire questo appoggio". Sul mercato: "Vorrei 2-3-4-5 giocatori, vogliamo tutti cercare di migliorare la squadra ma non siamo il City che può permettersi di comprare Phillips con tanti soldi e poi venderlo. Se facciamo un difensore sono già felice, mi piacerebbe qualcosa di più ma non è possibile. Poi se lo prendiamo abbiamo difficoltà per la lista UEFA. Kristensen e Azmoun entrano in lista? Mi piacerebbe che la gente lo capisse e l'onestà quando di parla degli obietti. Una cosa è volere, una è potere. Non possiamo fare nulla di più di un difensore che possa aiutare. Ndicka non ci sarà dal 3 gennaio, Mancini è diffidato, Llorente resiste e continua a giocare, Smalling non ci sarà. Alla fine sarà possibile fare qualcosa".
Sul silenzio stampa: "In realtà abbiamo parlato tanto". Renato Sanches gioca: "Spero che la sua intensità aumenti, è un po' frenato dalle paure".
Poi Mourinho ha parlato della Roma con o senza Dybala e della scelta del modulo: "L'assenza di Dybala si è fatta sentire subito nella partita contro la Fiorentina. C'è una partita con Dybala e una senza. Con Dybala la Fiorentina non era capace di pressare. Poi c'è una partita senza Dybala: non c'è un altro come lui. Adesso lui non ci sarà, e nella prossima nemmeno Romelu. Non ci sono sostituti che ci permettono di fare come loro".
Poi spazio ad Aouar: "Sono pronto per domani, spero di giocare perché non ho giocato molto nelle scorse partite, so che devo fare meglio per aiutare la squadra. Vogliamo vincere, sappiamo che sarà difficile arrivare al primo posto ma non impossibile, serve una mentalità vincente". Sul suo rendimento fino a questo momento: "Come dico sempre, per me è la prima volta fuori da Lione, casa mia. Allora è un po' difficile per me ambientarmi in una nuova città e una nuova squadra, so anche che come primo anno è buono per me, devo anche imparare. Ho iniziato bene, ora è un po' più difficile. A Praga so di aver giocato male, come a Ginevra".