Quindici punti, tredici gol segnati, cinque vittorie su nove partite. Sono i numeri del Monza di Raffaele Palladino, una squadra ben diversa da quella del predecessore Stroppa. Non fosse altro per una ragione numerica: dopo le prime sei giornate il Monza era ultimo in classifica, da quando è arrivato Palladino ha una media europea: solo cinque squadre (Napoli, Lazio, Juve, Inter e Milan) hanno fatto più punti dei brianzoli dal 18 settembre, giorno della prima partita di Palladino in panchina.
Ma come ha fatto in così poco tempo l'ex allenatore della Primavera a cambiare il rendimento del Monza?
Monza, da Ciurria al doppio play: i segreti di Palladino
Sono servite poche e semplici mosse. Anzitutto il primo cambiamento nella formazione titolare ha riguardato la fascia destra: non più Birindelli, il titolare di Stroppa, ma il "Fante" Patrick Ciurria, molto amato dai tifosi e capace di reinventarsi esterno dopo una carriera da seconda punta. Il numero 84 ha dato imprevedibilità e corsa, e una superiorità numerica sfruttata anche da Colpani e Pessina coi loro inserimenti da mezze ali. Palladino ha poi portato a compimento un'intuizione di Stroppa, il doppio play davanti alla difesa, con la coppia Sensi-Rovella che per diverse giornate è riuscita a dominare il gioco anche contro grandi avversarie (a partire dalla Juve). L'infortunio di Sensi ha rovinato un po’ i piani di Palladino, ma sia Colpani che Filippo Ranocchia hanno tamponato l’emergenza, arrivando anche al gol (splendido quello dell'ex Juve a San Siro) nelle ultime giornate.
Al di là dei piccoli aggiustamenti, la squadra ha trovato il modo giusto di esprimersi in tutte le zone di campo, con più convinzione, compattezza e coraggio. Carlos Augusto sta confermando quando aveva fatto intravedere al Corinthians, diventando sempre più un esterno moderno, diciamo alla Theo Hernandez, come dimostra il gol alla Salernitana, il suo terzo in stagione. Un'altra ottima notizia della partita di ieri è la prestazione di Dany Mota, un giocatore che ha i mezzi fisici per fare il titolare in Serie A, ma finora non era mai stato capace di dimostrarlo.
Due statistiche da migliorare
Senza dubbio serviva anche del tempo perché questa formazione, che nella versione titolare schiera circa un 50 per cento di nuovi acquisti estivi, diventasse una squadra. Palladino ci ha messo del suo, portando in panchina una grinta che lo avvicina ai suoi maestri, a partire da Gian Piero Gasperini. "Nell'aria sento qualcosa di magico, sono orgoglioso dei miei giocatori", aveva detto dopo la vittoria a Udine in Coppa Italia. Lui è questo, prima di tutto: un motivatore, qualcuno che capisce e ascolta i suoi ragazzi e ne sa valorizzare le caratteristiche. Era così anche in Primavera, quando chi andava a vederlo garantiva che avrebbe fatto strada.
Ora si gode capitan Pessina, in gol "a casa sua", sotto la curva Davide Pieri, e lavora per migliorare due statistiche. La prima quella del rendimento in trasferta - finora solo 4 punti - la seconda più singolare: il Monza quest'anno ha fatto punti solo quando giocava alle 15:00. Da gennaio in poi, il Monza di Palladino vuole essere bello e vincente in ogni momento della giornata.