La prima promozione in Serie A nella storia del Monza porta una firma su tutti: quella di Adriano Galliani. Il "Condor", dall'arrivo del presidente Berlusconi, ha ripreso in mano il suo lavoro portando in tre anni la squadra dalla C alla Serie A. Una volta raggiunto l'obiettivo, non vuole abbandonarlo dopo appena un anno. “L’obiettivo per questa prima stagione è assolutamente la salvezza", afferma ai microfoni di Radio Anch'io. "Il mantra che ripeto a tutti è “Ci abbiamo impiegato 110 anni per andare in A, non vorrei impiegare un anno solo per tornare in B”. In ballo c' anche la questione stadio."Speriamo di riuscire ad arrivare ai 16mila spettatori. Poi se resteremo nella massima divisione, l’anno prossimo cominceremo i lavori per fare un nuovo stadio”.
Monza, le parole di Galliani
Il Monza è una delle società più attive in queste prime battute di mercato. “Noi abbiamo fatto un’operazione definita con Ranocchia. Oggi [lunedì] Cragno effettuerà le visite mediche, quindi se tutto andrà bene firmeremo il contratto. Pinamonti e Joao Pedro sono difficili per i costi che implicano. La base del gruppo sarà comunque italiana”. Un mercato però non senza difficoltà. "Purtroppo il Monza può mettere solo 21 giocatori che siano nati prima del 2000 e, non essendo stati neppure in B per 20 anni, in tutta Italia c’è solo un giocatore allevato dal Monza: Matteo Pessina. Peraltro, molto difficile da raggiungere per motivi economici".
Impossibile non pensare anche al "suo" Milan, avversario nella prossima stagione. “31 anni di Milan hanno scolpito nel cuore del Presidente Berlusconi e del sottoscritto i colori rossoneri, ma abbiamo 19 avversari. È difficile per noi vedere il Milan come un avversario normale, saranno partite particolari. Io ho un posto fisso allo stadio di San Siro che spero mi venga dato anche quest’anno, ho detto a Maldini che lì voglio andare e non voglio andare dove stanno le squadre avversarie”.
Per concludere, Galliani ha voluto dedicare qualche parola anche a Gigio Donnarumma, portato da lui al Milan quando aveva 14 anni. “Per il suo addio al Milan fui dispiaciuto e non per la scelta di Maignan, che avevo capito si trattasse di un grande portiere. Avendolo preso da ragazzino romanticamente fui dispiaciuto. Oggi auguro a Gigio ogni fortuna”.