Monza, la prima di Berlusconi: “Voglio una squadra modello, il progetto è realizzabile”
Prima volta da presidente per Berlusconi al Monza: “Se costruita bene, questa squadra potrà dare tanto”
Al Brianteo si gioca Monza-Triestina. E oggi, 14 ottobre, non sarà per niente un giorno come un altro per la società brianzola. Sugli spalti, fa il suo esordio da presidente Silvio Berlusconi, e l’attesa per conoscere come sarà la gestione dell’ex presidente del Milan è davvero tanta da parte dei tifosi. Prima della partita, puntualissimo, si è proprio presentato il neo patron del club, accompagnato da Adriano Galliani. L’ex presidente del Milan non ha nascosto una certa emozione: “Per il ritorno al calcio. Perché al Monza non ero mai stato” dice.
“Il Monza è la squadra di una città importante, conosciuta nel mondo per la Formula 1 ed è una squadra che presumibilmente rafforzata potrà fare bene. Con l’obiettivo di salire dalla Serie C alla Serie B, chissà… magari anche la Serie A. Ma non è questo il motivo principale per cui sono qui” dice Berlusconi. “Oltre ad avere la mia casa ad 8 minuti dallo stadio, mi sento monzese di elezione”.
C’è infatti un aneddoto caro a Berlusconi: “Voi sapete chi sono i monzesi? Non lo sapete? Sono quelli che, quando nascono, vengono buttati dal padre sui vetri: se scivolano giù, è finita. Quelli che sono riusciti da soli, invece, sono quelli che sono riusciti a restare su: i monzesi ne sanno una più del diavolo. Credo che anche questo abbia contato nel fare la scelta di questa nostra nuova avventura con la squadra di calcio: vorremmo fare una squadra e una società modello, con dei vivai per giovani e quindi investire nella ricerca dei talenti in tutta Italia. Vorremmo avere la squadra titolare tutta fatta di giovani, tutti italiani naturalmente, con certe regole che ormai il calcio non considera più tali”.
Un concetto già ribadito giorni fa: “Ragazzi ordinati, che si presentino bene: già ho detto sorridendo che il numero uno dei parrucchieri a Monza Aris si è offerto per mettere a posto le capigliature di tutti i ragazzi. Che siano senza barba, che nel calcio non si era mai vista, naturalmente senza tatuaggi e senza orecchini. Ragazzi educati, ben vestiti, che di fronte a richieste di autografo scrivano nome e cognome chiari e leggibili, ragazzi che in campo usino un comportamento leale nei confronti degli avversari, che se fanno fallo e sono in torto aiutino l’avversario a rialzarsi, che parlino all’arbitro tenendo conto che il dominus della situazione è un signor arbitro e che vadano in giro vestiti come si deve“.
Berlusconi in questo senso era già stato molto chiaro, ma ha voluto ribadire il concetto: “Mi hanno detto: se cercate ragazzi senza tatuaggi, non troverete giocatori. Io credo invece che li troveremo. Credo e spero che il Monza possa dare a questo calcio, tutto con nomi stranieri, incomprensibili e impronunciabili, di giocatori che vanno in campo e non si possono guardare, faccia nel calcio un’eccezione che possa spingere gli altri ad un’imitazione, andando oltre il mal esempio che i giovani ricevono dai giocatori con cui loro sono in campo“.
Infine, il nuovo presidente parla anche di un sogno, che tale in realtà non è: “Il derby con il Milan? Non è un sogno, io sono milanista dalla nascita: quello che mi ha spinto a dire sì alla possibilità di fare ciò che abbiamo fatto è stata questa idea di dare vita a un nuovo modo di essere dei giocatori e di giocare a calcio. Anche sul campo ci sono tante cose che non si dovrebbero dover fare per persone leali: non si può far finta di aver ricevuto un fallo più forte del reale, non si possono fare tante scene che si vedono in certi stadi“.
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