Pochi followers su Instagram, grande talento. Nome account? @milos.b10, anche se il numero di maglia che indossa oggi è il 41 perché il ragazzo, appena ventenne, arriva direttamente dalla Primavera del Pescara anche se a inizio stagione - bisogna ammetterlo - il presidente Sebastiani immaginava esattamente questo tipo di inserimento graduale, tra i grandi della prima squadra.
Dettagli. I fatti sono altri e li abbiamo visti nell’ultima giornata (22esima) di campionato di Serie B: Cosenza al tappeto per 2-1 con gol decisivo, all’ultimo respiro, proprio di Bocic, entrato giusto 10 minuti prima. La reazione del nostro attore protagonista è scontata: un delirio di gioia senza precedenti - con tanto di esultanza alla Depay - e… una quantità di schiaffi ricevuta che solo lui sa, come ha confermato anche il compagno di squadra Kastanos “Quanti gliene abbiamo dati!”.
Nel segno di Lavezzi
Tanti schiaffi ma solo per festeggiare la sua prima rete tra i professionisti, sia chiaro. Nessun telefono azzurro. Il titolo del film, invece, ce lo regala il suo compagno di squadra Riccardo Maniero: “E’ nata una stella”, scrive l’attaccante sui social. Milos, timidino com’è, non si scompone. Sorride sempre e non si butta mai giu, soprattutto quando le cose non girano come nell'ultimo periodo della sua esperienza all'Udinese - Primavera - quando giocava poco o nulla. Educato, Milos, ragazzo per bene che sa perfettamente cosa sia il sacrificio e riconosce chi ha sempre creduto in lui. Nazionalità? E' nato a Belgrado ma dopo appena 8 mesi ha lasciato tutto per colpa della guerra. Scelta di famiglia e di vita. Così, ecco l'Italia, per la precisione Martignacco (che è stata la primissima squadra di Bocic), vicino Udine, comune in Friuli-Venezia Giulia.
Ha dedicato il suo primo gol tra i professionisti alla sua famiglia e non è un caso: papà, giardiniere, sudava ore e ore e poi, stremato, faceva di tutto pur di accompagnarlo agli allenamenti. Importantissima anche la figura della mamma che non potendo lavorare a causa di un brutto infortunio al bacino, ha sempre cercato di non far mancare mai nulla in casa. E quando serve c’è sempre, e lo porta ovunque, treno o mezzi pubblici che siano.
Senza ostacoli, pur di realizzare il sogno di suo figlio. Milos, detto anche ‘Pocho’ per quelle movenze alla Lavezzi, ha un modello ben preciso: Cristiano Ronaldo. Un top che ha avuto anche modo di vedere giocare dal vivo, da vicinissimo, direttamente dalla panchina dell’Udinese quando è stato convocato in prima squadra. Emozioni vere. Anche se quelle da ‘schiaffi’ sono tutta un’altra cosa, ancora più belle.