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Data: 25/09/2022 -

Milan, Maldini: "Mi sento il garante di questo club. Giroud un campione, De Ketelaere va aspettato"

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Intervenuto durante il Festival dello Sport di Trento, Paolo Maldini ha parlato del Milan: dall'inizio da dirigente fino allo scudetto
Intervenuto durante il Festival dello Sport di Trento, Paolo Maldini ha parlato del Milan: dall'inizio da dirigente fino allo scudetto

Intervenuto durante il Festival dello Sport di Trento, l'ex difensore e attuale direttore dell'area tecnica del Milan Paolo Maldini ha parlato della sua lunga storia in rossonero. 

Milan, Maldini: "Sono legato a questo club dalle radici"

Il difensore italiano ha iniziato parlando del primo scudetto vinto da dirigente: "E' stato molto diverso. Non giocando accumuli tensione ma poi non potendo giocare non puoi sfogarla. Osservi, in maniera completamente diversa. La prima volta che sono venuto qui (2018 ndr.) avevo un'idea diversa dell'essere dirigente. Ora sono felice di aver dato una grande soddisfazione al club e ai tifosi".

 

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Pensando alla sua esperienza da dirigente ha aggiunto: "Chiudendo gli occhi mi vengono in mente diversi momenti. Quando ho firmato il mio contratto da dirigente con il Milan, sicuramente. Poi i momenti di difficoltà. Era un lavoro nuovo e mi è stato molto d'aiuto Leonardo in questo. Per ultima la giornata della vittoria dello scudetto con la conseguente festa vittoria. Un momento importantissimo".

"Il mio vantaggio è essere legato a questo club, non solo la mia famiglia, mio padre e i miei figli. Questo club ha una storia che non va neanche raccontata, si presenta da sola. Quando un calciatore viene chiamato da uno che ha fatto la storia è più facile convincerlo e guadagnare la sua fiducia".

 

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Sull'acquisto di Theo Hernandez ha aggiunto: "Il primo acquisto è stato Krunic, poi Theo. Abbiamo parlato prima con il Madrid e poi con lui. Ho cercato di usare le parole che avrei usato con i miei figli: so cosa bisogna dire in quei momenti. Cerco di dare supporto a questi ragazzi ancor prima che a questi calciatori. Mi sento garante del progetto rossonero, più di quelli che passano e sono passati di corsa al Milan. Io ho le radici in questo club. Sono arrivato qui giovanissimo, a 13 anni ho visto la prima partita a San Siro. A 16 anni mi chiedevano già di essere uomo: ricordo le mie insicurezze e i miei sacrifici, per questo riesco a supportare così bene i miei calciatori".

Sulla vittoria dello scorso campionato è stato fondamentale l'apporto di Giroud: "Olivier è un campione, un professionista esemplare che ha vinto tanto, anche il Mondiale. E' umile e lavora per la squadra: questo è un campione, quello che esce fuori nei momenti difficili. Ma lui non è l'unico. In tanti hanno capito l'importanza della partita. Sentivamo che era il momento di vincere, ci abbiamo creduto e alla fine i risultati sono arrivati. Acquisto? Lo abbiamo pagato 1 milione e i bonus non si sono neanche attivati perchè erano legati al numero di presenze".

 

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"Io non ero veramente sicuro di vincere questo scudetto - ha continuato, ma in carriera ho capito l'importanza di crederci. C'era una possibilità, ci abbiamo creduto ed è andata bene. A gennaio la Juve ha comprato Vlahovic, l'Inter Gosens. Noi avevamo un po' di budget ma non l'ho voluto. Ho detto: 'Siamo apposto così'. Avevamo solo Kalulu e Gabbia ma abbiamo creduto in loro. Sono stati tutti protagonisti, da Tatarusanu fino a mio figlio Daniel. Si sentiva all'interno dello spogliatoio, erano tutti coinvolti".

Milan, Maldini: "Io e Massara una coppia di fatto"

La coppia Maldini-Massara è una delle carte vincenti del Milan: "All'inizio era un trio. Senza Leonardo abbiamo puntato su Bovan, mio grande amico, e Massara. Io non lo conoscevo ma parlandoci mi è piaciuto tanto e siamo partiti. Lui ha una visione diversa rispetto a me e credo sia qualcosa di fondamentale. Grande lavoratore e conoscitore di calcio. Ora siamo praticamente una coppia di fatto. E' stato lui a puntare forte su Kjaer, ci ha spinto tanto".

Maldini ha vissuto anche il cambio di proprietà: "Quando ho conosciuto Cardinale gli ho raccontato la mia storia, la mia origine e quella della mia famiglia. Jerry ha energia, vuole fare e ascolta. Mi piace. Hanno preso questo club per puntare a grandi obiettivi".

 

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Tra questi obiettivi c'è sicuramente la Champions League: "Vincere la Champions? Non vogliamo andare oltre i nostri limiti, anche economici. Tutto questo passa per la ristrotturazione del nostro campionato. Ormai la differenza con la Premier League è enorme. Le nostre armi devono essere la nostra storia e le nostre idee. Noi vogliamo vincere, la nostra storia parla per noi".

Nel corso dell'ultimo mercato il Milan ha puntato tutto su De Ketelaere: "Il mercato è dinamico. Prima di lui abbiamo provato a prendere Botman che avrebbe potuto cambiare le nostre strategie. L'idea avendo un budget importante ma non enorme era quella di prendere giocatori di grandissima prospettiva. E' un 2001 che ha già fatto vedere cose importanti. C'è bisogno di tempo, come Platini alla Juventus. Spesso puntare sui giovani vuol dire fare delle scommesse, qualche volta si vincono, altre si perdono".

Da Pioli fino a Ibrahimovic: alla scoperta del Milan

Nella vittoria dello scudetto è stato fondamentale Pioli, che ha fatto giocare il Milan con un calcio modernissimo: "Lo conosco da tanti anni ma non sapevo quanta energie avesse. E' contagioso. Riesce a trasmettere ogni giorno qualcosa di straordinario. Condivide tutto con la dirigenza e non prende alibi. Era considerato il Normal One e al giorno d'oggi già sarebbe stato tanto".

 

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Quale sarà il prossimo colpo del Milan? "Ancora non si sa, manca troppo tempo. Qualcuno dice un attaccante giovane, ma vedremo". Su Ibrahimovic ha aggiunto: "Tornare a giocare per lui non sarà semplice, ma lui vuole farlo. Lo scorso anno ha giocato poco ma in quel poco è stato determinante. E' un calciatore al 100%. Cosa farà dopo? Sarà Zlatan".

Sul Derby di Milano: "Con l'Inter c'è grande rivalità e grande rispetto. Questa è una Milano vincente, che combatte per i più grandi obiettivi. Il Derby è sempre la partita più sentita. San Siro? Ci sono tanti ricordi lì dentro per me. Ma vogliamo vivere di ricordi o crearne di nuovi per le prossime generazioni? Per tornare competitivi ci serve un nuovo stadio".

"Berlusconi mi ha chiamato ultimamente per consigliarmi un acquisto e chiama anche spesso Pioli - ha rivelato Maldini. Chi mi ha consigliato? Non posso. Ci dice sempre di non giocare troppo con il portiere, poi però Maignan fa un grande lancio e fa assist da 80 metri".

Sui problemi di Inter e Juventus ha detto: "I nerazzurri lo scorso anno hanno fatto molto bene. I momenti di crisi succedono, è normale. Capisco i momenti di difficoltà anche economica. Noi abbiamo preso un'altra strada e per fortuna sta andando bene. Oltre a Leao ci sono altri giocatori per cui abbiamo detto grandi no. Theo e non solo. Ma in questo calcio nessun giocatore è incedibile".



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