La Lazio è un abbraccio collettivo dopo una corsa di 40 metri, o una camminata lenta mentre zoppichi, aggrappato a un compagno. Gli occhi di Simone Inzaghi, il cuore di Milinkovic, il tocco di punta di Correa che scaccia i fantasmi e lo fa con classe.
La Lazio è una volata di tutto il gruppo al gol dell’argentino, l’adrenalina di chi ci crede sempre, nonostante tutto. Le lacrime di Milinkovic aggrappato a Pedro Neto, più basso di lui, e l’orgoglio di chi ha una caviglia ko ma vuole esserci, far parte della storia. Il serbo esulta ‘da zoppo’ e si fa perdonare per quel ‘calcione’ a Stepinski, non cammina ma insegue Inzaghi fino alla bandierina, esultando con lui. Con loro. L’immagine della serata.
Un moto continuo di brividi forti, nel bene o nel male, bianco o nero, Inferno e Paradiso. Un tempesta perfetta. Inzaghi come il capitano Billy Tyne nel famoso film, alias George Clooney, che affronta le onde dell’Oceano col sorriso di chi rischia. Mezze misure mai, situazioni semplici ancora meno, lo dicono la storia e il DNA.
Inter-Lazio e Lazio-Chievo, il derby vinto e la sconfitta con la Spal. Testa o croce di una moneta speciale, stavolta è andata bene: “Oggi siamo stati noi, abbiamo meritato la finale”. La partita perfetta contro l’amico Gattuso, Inzaghi lo imbriglia e porta a casa la finale, basta un gol di Correa su invito di Immobile.
Inzaghi corre verso di lui e precede tutti. La sua mente viaggia, pensa a Salisburgo ma anche al derby vinto, a una Champions sfumata e un’altra da raggiungere.
Un’altalena di istantanee da portare nel cuore, dal primo ritiro a Caramanico con gli Allievi Regionali a oggi, seconda finale di Coppa Italia in due anni da allenatore, ripensando a Bielsa e al ‘gran rifiuto’. Inzaghi doveva andare a Salerno, aveva visto anche la casa, avrebbe portato il suo staff.
E invece no, il destino ha cambiato le carte giocando una mano vincente. Perché Inzaghi è la Lazio, la Lazio è Inzaghi, un tutt’uno racchiuso in una foto, una corsa, un abbraccio lungo linea che sa di liberazione, un compagno che ti porta in spalla.
Cuore, orgoglio, qualità, rischio, talento. Tempesta perfetta, stavolta un remake, fuori dalle onde, dritta in finale.