Simon Kjaer è tornato e ha tutte le intenzioni di riprendersi il Milan, con cui l'anno scorso ha collezionato solo 14 presenze. L'ultima di queste è arrivata nella sfortunata sfida contro il Genoa a Marassi, in cui ha dovuto chiudere anticipatamente la stagione a causa della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Quel 1° dicembre 2021 ha interrotto un percorso, che, adesso è pronto a ripartire in maniera spedita. Tuttavia, non è stato facile potersi riassestarsi, soprattutto da un punto di vista mentale. Ad affermarlo è lo stesso Kjaer in un'intervista a Sportweek, settimanale appartenente a La Gazzetta dello Sport.
Milan, Kjaer confessa: "Con l'infortunio mi sentivo un'eremita"
Sono stati mesi davvero complicati quelli vissuti da Simon Kjaer, che mai prima di quel maledetto 1° dicembre 2021 aveva subito un infortunio così grave. Il difensore del Milan ha deciso di affrontare questo periodo in maniera particolare. Lo stop lo ha fatto trasformato in un'eremita, figura in cui si è immedisimato:
"Non avevo mai sofferto un infortunio tanto grave e per la prima volta nella mia carriera dovevo affrontare un periodo in cui avrei lavorato da solo, lontano dal resto del gruppo. Mia madre mi disse: fai finta di essere un eremita, uno di quelli che vivono nella foresta, separati da tutto e tutti. Io mi sentivo proprio così. Allora mi sono detto, se sembro un eremita, che sia così: taglierò la barba solo quando tornerò a lavorare con la squadra".
Milan, Kjaer: "Per quattro mesi ho staccato la spina dal calcio"
In attesa di tornare a disposizione del Milan di Pioli, Kjaer ha sfruttato questo momento di riposo forzato, staccando completamente la spina dal calcio. Per 4 mesi non ha guardato una partita, infatti; ma questo non gli ha impedito di rimaere a contatto con Milanello e con il Milan, che il danese considera una grande famiglia:
"Quando mi sono fatto male ho staccato la spina dal calcio per quattro mesi. Non guardavo neanche le partite. Ero in contatto con Pioli e i compagni, niente altro. Sono tornato più o meno a dieci partite dalla fine perchè dovevo ricominciare a fare qualche lavoro con la squadra e restituire qualcosa a me. I ragazzi mi hanno accolto regalandomi la maglia con il mio nome firmata da tutti loro. Il Milan è davvero una famiglia e io voglio bene a tutti".
"Lo scudetto lo sento mio. Ma adesso diventa più dura"
Grazie all'unione e all'affiatamento del gruppo squadra, il Milan ha vinto lo scudetto. Uno scudetto inaspettato per molti, anche quando ormai mancavano poche partite al termine. A una settimana dall'avvio del campionato, il Milan esordirà in campionato con lo scudetto cucito sul petto. L'emozione sarà tanta, così come la responsabilità, perchè difenderlo non sarà semplice:
"Io so di aver dato una grande mano a vincere questo scudetto perchè è stata la conclusione di un percorso di crescita, tecnica e mentale, iniziato due anni e mezzo fa quando sono arrivato al Milan. L'anno scorso ho giocato solo 11 partite, ma lo scudetto lo sento mio. Quando mancavano dieci partite alla fine, nessuno credeva nel nostro scudetto. Adesso diventa ancora più dura perchè tutti vogliono battere i campioni d'Italia. Ma noi possiamo ancora crescere"