"Il momento è delicato ma fa parte di una fase di crescita. Tre cambi di proprietà in pochi anni hanno minato questa squadra".
Gli aspetti societari, le questioni di campo e anche quelle di cuore. Paolo Maldini, in una lunga intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di SkySport, ha fotografato a 360 gradi il mondo Milan attuale, buttando un occhio al passato, suo e del club, e pensando al futuro.
Di seguito un'anticipazione dell'intervista integrale che andrà in onda domani
LA SQUADRA, IL CAMBIO IN PANCHINA E LE GESTIONI PRECEDENTI
"Il cambio di allenatore di quest'anno è una cosa che non ci aspettavamo ma è una decisione, condivisa col club, che abbiamo preso a malincuore. Se prendi una decisione a metà campionato, il campionato è già andato; se la prendi all'inizio, può essere affrettata, è vero, ma c'è anche l'idea di incidere sulla stagiuone in corso. Forse non siamo stati bravi nel parlare, abbiamo fatto un mercato a zero l'anno scorso. Siamo stati banditi dall'Europa anche per le gestioni precedenti, abbiamo ricevuto multe per le gestioni precedenti. Abbiamo ereditato un passivo di 125 milioni. Il cammino è difficile ma i tifosi e chi guarda il Milan ha così una idea più completa della situazione che si vive qua".
IL SUO RUOLO, LA SUA STORIA
"Critiche? Ci sono sempre, io sono abituato e convinto di quello che sto facendo e che lo sto facendo al mio massimo. Poi, come tutti, la mia permanenza è decisa dai risultati. Berlusconi? E' stato un grandissimo presidente, il migliore che potessi avere all'età di 19 anni. E' una persona alla quale voglio bene, sempre gli vorrò bene. Questa sua tendenza a risultare sempre spiritoso, lo rende inelegante forse. Ma per quanto riguarda l'affetto che ho provato e provo per lui, quello resta intatto. La mia storia? E' pesante, di conseguenza il fatto che io sia qua a lavorare e che ci sia una persona come Zvone con me, non significa che vogliamo ritornare a quel livello tra 10 o 15 anni. Non voglio aspettare 10 anni per tornare ad essere competitivo. La nostra presenza dovrebbe dare una sorta di garanzia di rientro a certi livelli in tempi accettabili. Se nell'idea della società c'è, ma non c'è, l'idea di tornare competitivi tra 10 anni e fare 12 anni da squadra da media classifica, noi non saremo sicuramente quelli che saranno a capo della direzione sportiva".