Da sosta a sosta. Il calendario corre e il campionato cambia velocemente. Non nei distacchi, ma negli stati d’animo e soprattutto nella fiducia. Milan e Inter che hanno già vissuto più fasi dentro questo secondo mini ciclo di stagione. Dalla prima pausa nazionali, la Serie A è tornata con il derby di Milano. L’Inter ha stravinto 5-1, dando la sensazione di dominio netto che sembrava poter estendere sul campionato, almeno a livello mentale.
La reazione del Milan
Ma alla sosta da capolista ci arriva il Milan. Quasi un paradosso visto come era iniziato questo periodo. La sonora sconfitta in qualche modo ha fatto bene agli uomini di Pioli. Hanno avuto il merito di non disunirsi e non gettare il lavoro che aveva già dato buone risposte nelle prime tre giornate di campionato. Per i rossoneri era fondamentale rialzarsi subito, anche per non subire contraccolpi psicologici che avrebbero potuto aprire un ciclo di risultati negativi dal quale è difficile. Quello che successe a gennaio della scorsa stagione dopo la rimonta subita dalla Roma. Il Milan non riuscì a superare lo shock dei minuti finali e i risultati ne risentirono. Un’emorragia di vittorie che lo portò definitivamente fuori dalla corsa scudetto.
La risposta sul campo è stata determinante. Seppur senza incantare il Milan ha saputo vincere subito e ripartire. Contro il Verona, forse era la prova più decisiva, per dimenticare il derby rimettere il campionato sui binari giusti. Da lì in poi solo vittorie. La difesa è forse il reparto che ha convinto di più perché, da dopo l’Inter, ha subito un solo gol in quattro partite. Allargando lo spettro alla Champions League diventa uno in sei partite. Non scontato dopo lo shock di metà settembre. Il Milan si è stretto intorno al proprio gruppo, la carta vincente dell’era Pioli soprattutto quando le cose si stavano mettendo male.
I blackout dell'Inter
Dall’altra parte, il derby aveva lanciato l’Inter. Consapevole della propria forza, la squadra di Inzaghi ha sempre attaccato le partite. Giusta mentalità e approccio sapendo reggere la pressione del proprio status. Poi i blackout con Sassuolo e Bologna, senza essere riuscita a gestire il vantaggio. Due rimonte subite, entrambe a San Siro, che hanno forse un po’ incrinato le convinzioni di Inzaghi, ma sicuramente nulla di preoccupante.
I singoli continuano a esaltarsi. Lautaro Martinez è già a dieci gol in otto partite, Thuram sembra essersi calato perfettamente nella nuova realtà. Veloce, straripante, dominante. Con l’argentino c’è sintonia e la coppia d’attacco funziona perfettamente e il centrocampo continua a essere il reparto di altissimo livello che ha contraddistinto le ultime annate. La stagione è appena all’inizio e i punti da recuperare sono appena due. I presupposti per rivivere una sfida scudetto riservata a Milano ci sono, ma è presto per togliere altre pretendenti.
Al rientro dalla sosta il Milan avrà settimane sulla carta complicate: Juventus, Psg, Napoli, Udinese e di nuovo Psg. Un miniciclo che sicuramente indirizzerà il discorso qualificazione in Champions ma può dare risposte anche in campionato. Sia sul lato pressioni che classifica, perché allontanare Juventus e Napoli significherebbe davvero impostare una lotta scudetto con l’Inter. Anche i nerazzurri giocheranno per il loro futuro in Europa e, nello stesso periodo, in campionato ci saranno Roma e Atalanta. Sarà subito campo, non c'è tempo per tirare le somme e provare cose nuove: il Milan dà tredici giocatori alle nazionali, l'Inter addirittura sedici. Correre veloce, come il campionato. Più forte dei momenti. Obiettivo comune delle milanesi che si inseguono sempre a distanza.
A cura di Niccolò Severini