L’ottava meraviglia del suo campionato la scarta quando serve. Nella notte più attesa. Olivier Giroud vince due partite in una: quella del suo Milan, che batte il Napoli al Maradona e si riprende la vetta della classifica, sognando lo scudetto, e quella a distanza contro Victor Osimhen, stravincendo la sfida tra le prime punte del match.
Alla fine la decide il suo zampino: preciso, chirurgico, col timing sempre perfetto di chi sa che prima o poi qualcosa accadrà. E allora toccherà approfittarne. Il francese si gira al meglio e corregge la parabola sbilenca di capitan Calabria, ci mette il mancino e beffa i due centrali del Napoli. Poi vola verso il settore rossonero presente a Napoli con la lingua al vento e le braccia aperte: in volo, come aveva già fatto prima del derby contro l’Inter di un mese fa, quando era stato lui a cambiare l’inerzia della stagione.
Napoli-Milan, Giroud vale tre punti e sogno scudetto
La sostituzione qualche minuto più tardi serve solo alla passerella, agli applausi dei suoi tifosi. E alla consapevolezza di aver regalato ai suoi altri tre punti importantissimi. L’attaccante rossonero si accomoda in panchina accanto al collega Ibrahimovic - che gli tende la mano e gli fa i complimenti - e a qualche passo di distanza da Stefano Pioli, il vero artefice del sorpasso rossonero. “Non ho mai battuto Spalletti? Prima o poi lo farò. Meglio prima” aveva scherzato ieri in conferenza l’allenatore del Milan, quasi a sentirsela questa serata da sogno. Il trionfo rossonero è un tripudio di gioia, come la sua che al fischio finale va ad esultare sotto lo spicchio del Maradona dedicato ai tifosi ospiti. Non aveva mai battuto il collega e lo ha fatto ora, nella notte più amara e insieme più dolce di Napoli.
E poi ha fatto i complimenti al suo attaccante. “L’idea, con il suo acquisto, era di aggiungere alla squadra calciatori importanti, persone di spessore che sanno anche cosa significa vincere. È bastata una telefonata con Olivier la scorsa estate per essere convinti. Più calciatori hai così e meglio è”. Parola di Pioli, primo in classifica.