Rino Gattuso ama spesso definirla così: giocata codificata. Azione ripetuta più volte in allenamento, insieme ad altre trame imbastite sui campi di Milanello, con un chiaro destinatario e rifinitore finale: lo stesso numero 63 che oggi, come in occasione del derby di Coppa Italia di un anno fa, ha fotocopiato il proprio movimento preferito, concluso con il pallone in fondo alla rete. Trasformando i supplementari del “Ferraris”, contro una Sampdoria reduce da un ottimo momento di forma, in una festa in maschera (esultanza docet) a tinte rossonere.
Protagonista assoluto in un 2018 da sorpresa trasformata in costante conferma: realtà consolidata, già nella prima settimana del 2019, per spingere il Milan ai quarti di finale di Coppa Italia. Patrick Cutrone è ancora, e non troppo a sorpresa, una delle armi principali del gruppo di Rino Gattuso: energia totale dalla panchina, spaccapartite e modificatore del volto stanco o in difficoltà della sua squadra. Teoria stagionale, più che generale, confermata anche nella gara di stasera contro la Samp, chiusa da match winner in grado di portare col sorriso il Milan verso la Supercoppa Italiana di Gedda.
Sei reti, quando non impiegato dal 1’, in questa annata: una per piegare la Roma, tre per punire Olympiacos e (in maniera vana) Betis Siviglia, due per gelare Marassi. E guardando alla scorsa stagione, l’unica (!) gioia da subentrato arriva con un déjà vu avuto oggi: ancora Coppa Italia, ancora decisivo, ancora con la stessa dinamica. Cross dalla trequarti preciso, con Conti a sostituirsi a Suso, e taglio alle spalle della difesa per battere il portiere avversario: un anno fa con il destro in controbalzo, contro l’Inter; oggi con il sinistro al volo, punendo Rafael. E bissando il tutto, pochi minuti più tardi, con il pallonetto vincente per chiudere i conti.
Ritrovare il gol in trasferta quasi un anno dopo, dallo 0-2 di Roma del 25 febbraio, e correre subito a esultare verso papà Pasquale in tribuna, puntando l'indice verso di lui: primo pensiero costante, in quell’amore per la famiglia tatuato anche sul braccio, al pari di una ricerca del gol implacabile. Nel giorno in cui gli occhi di tutti erano su Paquetà (più che positivo al debutto da titolare) e Higuain, sempre più al centro di voci che lo vorrebbero già lontano dai colori rossoneri, la scena ha saputo prendersela ancora Cutrone: in maniera inversa rispetto alla scorsa stagione, con 16 dei 18 gol segnati da titolare contro i 6 da subentrato sui 9 stagionali, ma contemporaneamente nello stesso modo. Cambiando, “maschera” al volto, la faccia del suo Milan: merito di un taglio fotocopia in area, di un assist al bacio, di una giocata codificata. Sempre con lo “spirito giusto”, parola di Gattuso, per riuscire ad essere decisivo.