Se all'inizio l'emozione di tornare a giocare in una cornice così affascinante e storica come la Champions League sembrava poter rappresentare un ostacolo per il Milan di Stefano Pioli, è bastata la spensieratezza di un giocatore come Rafael Leao (e di tutto il reparto offensivo) per uscire da Anfield a testa alta.
La leggerezza della prima volta
Per il portoghese, come per tanti altri, era il debutto assoluto nella massima competizione europea e almeno fino al 35' si è notata la differenza, soprattutto mentale, con il Liverpool di Jurgen Klopp, squadra amalgamata che da anni propone un gioco veloce e organizzato. Eppure è bastato un episodio per cambiare il volto di un primo tempo a senso unico: dopo il rigore parato da Maignan era un altro Milan.
E a cambiare il volto dei rossoneri è stato soprattutto Rafael Leao: gli sono bastati due spunti, due giocate che qualunque bambino sogna di poter fare in una notte di Champions come quella di ieri in Inghilterra. E proprio come un bambino, con la testa libera e senza la "percezione del pericolo", Leao è stato il protagonista delle due azioni che hanno portato al gol i rossoneri.
Prima lo stupendo assist di prima intenzione per Rebic, che con il piattone non ha perdonato Alisson, poi la falcata di gran carriera sulla fascia sinistra lasciandosi dietro praticamente tutti i calciatori Reds.
Se l'esperienza di Zlatan Ibrahimovic è rimasta a casa e quella di Giroud è partita dalla panchina, la risposta del numero 11 rossonero è quella che tifosi e dirigenti si aspettavano da quando, nell'estate del 2019, il Milan aveva sborsato quasi 30 milioni per assicurarselo dal Lille.
Alla ricerca di continuità
Certo, la sconfitta finale non fa piacere a nessuno, a da Liverpool il Milan torna con una sicurezza in più: Leao è un giocatore che se in giornata può fare la differenza anche ad alti livelli e alla terza stagione a Milano l'obiettivo è quello di trovare la continuità che finora gli è mancata.