Dopo le lacrime di Luiz Felipe, anche quelle di Samu Castillejo "bagnano" il sabato di Serie A. Ma se quelle del laziale erano lacrime di rabbia e delusione per l'espulsione rimediata a fine match, quelle dello spagnolo sono lacrime liberatorie, che rivelano quanto pesante fosse il carico emotivo che l'ex-Villarreal si portava dietro.
"Un cumulo di emozioni"
Protagonista di un ottimo ingresso, determinante nel consentire al Milan la rimonta nel 3-2 contro il Verona, Castillejo è scoppiato in un pianto di cui lui stesso, in un'intervista a Sky Sport nel post-partita, ha rivelato le ragioni: "Si è trattato di un cumulo di emozioni; a livello familiare non è stato un periodo facile, i miei cari sono lontani e mi mancano, ma sono stato molto contento di aiutare la squadra a conquistare questi tre punti importanti".
"Il destino mi ha fatto rimanere"
"C’è anche il destino che mi tiene legato a questa maglia, quest’estate ero più fuori che dentro ma il destino voleva che rimanessi per cambiare la situazione, sono molto contento, non ho parole per quello che ho potuto fare oggi, veramente difficile, con la famiglia che è lontana io ci tengo tanto. Ho vissuto un momento difficile, oggi ho dato tutto quello che avevo ed è andata bene", ha proseguito Castillejo, che fino a poco tempo fa sembrava ai margini del progetto, tanto da essere di fatto uscito dalle rotazioni di Pioli. "Ma il destino ha fatto sì che rimanessi ad aiutare questo club, e nonostante non giocassi non ho mai detto parole fuori luogo, facendomi trovare sempre pronto".
L'affetto dei compagni
Lo spagnolo ha anche commentato l'affetto riservatogli dai compagni a fine gara: "Mi considero una brava persona; inoltre sono arrivato quando il Milan non andava bene, e quando le cose vanno nel verso sbagliato, ci si unisce ancora di più. Qui mi sento querido (benvoluto, ndr)."