Due facce della stessa medaglia. Una decisa, produttiva e quasi spietata. L’altra incapace di colpire e di concretizzare. Il Milan della Serie A è un’altra cosa rispetto a quello di Champions League. In campionato la squadra di Pioli ha segnato 15 gol in 7 uscite, media di due gol a partita. Cifra che viene valorizzata guardando ai tiri in porta che sono 36: mediamente uno su due entra. Allargando alle occasioni nitide create (64) si scende a uno su quattro. Un abisso rispetto alle prime due uscite europee: 27 tiri, zero gol.
Anche a Dortmund i rossoneri hanno proposto il loro gioco e hanno creato ma non sono riusciti a essere cinici. Lo stesso problema che ha accompagnato il pomeriggio del debutto contro il Newcastle. Due 0-0, gli unici delle prime due giornate dei gironi. “È mancata precisione, ma prima o poi vinceremo anche noi”, ha commentato Pioli a fine partita. Una vittoria che il Milan ora deve trovare nel doppio confronto con il Paris Saint Germain.
Ma per vincere serve segnare. Quindi servirà quella pulizia che invoca l’allenatore. E quella cattiveria giusta sotto porta che è mancata a Giroud sul finire di primo tempo a Dortmund o a Pulisic che ha colpito Kobel e che, probabilmente, poteva chiudere il triangolo con Leao per mettere il portoghese fronte alla porta al limite dell’area piccola. O la precisione che non ha trovato Chukwueze alla fine da solo in area di rigore e ha graziato il Borussia. Scene già viste contro il Newcastle: Leao che non concretizza un’occasione che si è inventato e Giroud e Pobega che vengono murati da Pope e compagni.
Banale dire che in Europa bisogna essere chirurgici quando si hanno occasioni così grandi, ma è esattamente ciò che manca per ora al Milan per allinearsi alla versione campionato. Di contro c’è una difesa positiva, raramente in sofferenza. Maignan e Sportiello hanno controllato le occasioni avversarie senza relativi patemi. E ora sì, come dice Pioli, che il doppio confronto con il Psg sarà decisivo.
a cura di Niccolò Severini