Due anni. 86 partite dopo. Sembra passata una vita da quel 5-0 di Atalanta-Milan del dicembre 2019, una sconfitta dalla quale è nata la fenice che vola verso lo Scudetto. “Da quella sconfitta è nato il vero Milan” ha detto Pioli nel post partita della vittoria di Verona. E tutti i torti l’allenatore parmense non li ha, perché da quella netta sconfitta ha saputo trovare le strade giuste per una crescita graduale ma importante. Una sconfitta che ha saputo portare, due anni dopo, il Milan ad essere a 4 punti dal vincere il 19° Scudetto della propria storia.
Quei rossoneri non erano ancora maturi, non erano ancora attrezzati a sufficienza per poter lottare fino in fondo per il tricolore. Poi Ibra e Kjaer, il lockdown, il ritorno in Champions e la stagione del definitivo salto di qualità: è tutto legato da un filo rosso(nero) che unisce il destino del Milan fino a portarlo sul tetto d’Italia 11 anni dopo l’ultima volta. Ed incredibile come questo percorso si possa chiudere proprio contro l’Atalanta. Bello il destino, vero?
Pioli is on fire
Stefano Pioli è l’artefice principale del ritorno rossonero ai vertici italiani: l’allenatore ha saputo dare un’identità alla squadra, con quel senso di appartenenza verso la maglia ed i tifosi che da tanto mancavano. Poche parole, tanti fatti. Così Pioli comanda la classifica della media punti più alta della Serie A da dopo il lockdown, infatti i suoi 2.20 punti a partita sono inarrivabili per Simone Inzaghi (1.9), Gian Piero Gasperini (1.87) e Maurizio Sarri (1.70).
Tra giugno e luglio 2020 il Milan si è imposto contro Roma, Juventus e Lazio pareggiando poi contro Napoli ed Atalanta. E se oggi i rossoneri volano verso lo Scudetto è soprattutto perché ha saputo tenere la capacità di colpire negli scontri diretti anche in questa stagione: sono arrivate 2 sole sconfitte in 13 partite contro le prime 8 in classifica.
Kessie, l’ultimo saluto ai propri tifosi
Ed in quel filo rosso che collega Milan ed Atalanta, inevitabilmente c’è anche la storia di Frank Kessie passato da Bergamo a Milano cinque anni anni fa. In queste 5 stagioni ci sono 35 reti da distribuire con prestazioni sempre da titolare, protagonista, in particolare nella scorsa annata sono stati ben 13 i gol. Ed i tifosi rossoneri difficilmente dimenticheranno la doppietta all’ultima giornata che fa regalato il ritorno in Champions League dopo 7 stagioni. Chi era l’avversario di quel Milan? L’Atalanta, ovviamente.
Dall’essere uno dei beniamini dei tifosi, Kessie è passato ai fischi di San Siro per non aver rinnovato il contratto. Il suo futuro sarà a Barcellona dal prossimo primo luglio, ma il centrocampista ivoriano pensa ancora al presente e vuole rendere al meglio l’ultimo saluto ai suoi tifosi. Magari, perché no, con una prestazione di alto livello che può aiutare i suoi compagni a scrivere un’importante pagina di storia rossonera.
San Siro, il dodicesimo uomo in più
Oltre ai risultati sul campo, il Milan di Stefano Pioli ha saputo far riavvicinare anche i propri tifosi alla squadra come non accadeva da qualche stagione. I rossoneri sono la squadra che ha raccolto più punti in trasferta (43), ma anche per questo motivo San Siro ha saputo cavalcare l’onda rossonera facendo volare Leao e compagni.
La partita contro l’Atalanta segnerà la fine dei match casalinghi del Milan in questa stagione, San Siro si vestirà rossonero per l’ultima volta toccando quota 1 milione di tifosi presenti a San Siro nel corso di questa annata. Per l’occasione, la Scala del Calcio avrà una coreografia speciale, che comprenderà tutti e tre gli anelli della Curva. Inoltre, per questa sfida sono state più di 200.000 le richieste dai sostenitori rossoneri: un dato incredibile, che rappresenta al meglio l’euforia per una giornata che potrebbe rivelarsi storica.