Schiacciata o colpo di testa, gol o punto. Poco importa, basta ci sia un pallone e… “posso giocare a qualsiasi cosa”. Che sia sotto rete o in area di rigore, con quel metro e novantatré, Andrey Galabinov, attaccante del Novara, ha la ‘duttilità’ giusta per entrambe le cose. Calcio o pallavolo?Scelta ardua, d’altronde è cresciuto in una famiglia di pallavolisti. Ma la decisione per lui è stata relativamente semplice… “A tre anni ho abbracciato il pallone, quello da calcio ovviamente e non l’ho più lasciato”. Amore a prima vista. Anzi, amore…a primo gol!
Il calcio, in fondo, c’è sempre stato. Una passione trasmessa soprattutto dal nonno, “che è stato un grande portiere del CSKA Sofia”. Erede designato, dunque, anche perché suo fratello ha scelto l’altra strada… “Esatto. Lui gioca a pallavolo in A2 con il Lagonegro. Poi c’è mio papà che per quindici anni è stato il capitano della nazionale bulgara di pallavolo e anche mia mamma – racconta Galabinov ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – ha giocato per tanto tempo”. Nel 2005 l’arrivo in Italia…proprio grazie al lavoro di papà: “Sì, doveva trasferirsi in una società italiana. Io, più o meno nello stesso momento, avrei dovuto firmare per il Crystal Palace. E invece, eccomi qua…”. Il motivo? Più semplice di quanto si possa immaginare, lo ripete due volte: “Perché la famiglia viene sempre prima di tutto e alla fine ho avvallato la scelta di papà che ci voleva portare tutti in Italia”.
E Italia fu! Quelle lunghe chiacchierate quotidiane “di sport in generale”…e una rete per mettere tutti d’accordo. “Soprattutto d’estate giochiamo a beach volley. Io e mio fratello contro tutti. Me la cavo bene dai. Devo dire che i ‘dogmi’ della pallavolo mi sono molto serviti nel calcio. Il salto, l’allungamento tutte cose che poi mi sono ritrovato”. Quindi prima di pranzo fate stretching? Risata generale, “sì, poi calciamo anche i rigori”. Palla da una parte e fratello dall’altra. Freddo e spietato Galabinov, come in campo. Come il suo idolo, Zlatan Ibrahimovic. “Sto ancora rosicando perché con la Bulgaria siamo andati a giocare in Svezia, ma lui si è ritirato dalla Nazionale. Il mio grande sogno è proprio giocare contro di lui…”. O magari con? Insieme arrivate tranquillamente a quattro metri d’altezza. Una sorta di mare aperto itinerante. “A dir la verità mi ci paragonano a Ibra, per la stazza fisica senz’altro e anche un po’ per il carattere”.
Entrando nei meandri dell’inconscio galabinoviano scopriamo che: “Sono un tipo particolare, ho un carattere forte. Mi dicono che sono ‘freddo’ perché magari in campo a volte non sorrido e non esulto”. Da ‘buon reo’ vuoi dire qualcosa a tua parziale discolpa? “Sì, che penso solo a fare il mio lavoro e fuori sono un’altra persona”. E arriviamo allora ai soprannomi, i quali invece svelano a pieno titolo l’indole del protagonista. “Da bambino mi chiamavano ‘Carro armato’. Ora sono migliorato e quindi… ‘La Bestia’ per il mio fisico e perché quando mi arrabbio…”. Galabinov quando si arrabbia diventa verde, “esatto come l’Incredibile Hulk che è il mio idolo fumettistico. I miei amici mi ci chiamano pure”. Rimanendo nel magico mondo Marvel, ci tiene a fare delle precisazioni di un certo tipo: “Casarini ha detto che ha tutto di Batman, anche i fari della macchina…giusto? Bene, dovete sapere che ancora ce lo prendo in giro. E se facciamo una sfida Batman contro Hulk vinco dieci volte su dieci”. Messaggio chiaro e inequivocabile, l’uomo verde che ‘tutto puote (…) e più non dimandare’.
Molto deciso Galabinov. Determinato, sempre…come se fosse perennemente in zona gol. Oppure al cinema, ad una condizione però. “Che i film siano in inglese perché sono un appassionato di lingue e sennò me lo dimentico”. Realista e pragmatico dentro e fuori dal campo. “Non ho sogni nel cassetto, penso solo a fare il massimo con il Novara. C’è l’ambiente giusto per fare le cose importanti e in più si è creato un bellissimo gruppo, stiamo bene insieme”. Tutto calcio e famiglia, Galabinov. Ma all’occorrenza anche un po’ di pallavolo…