Il ritorno in nazionale argentina e la volontà di mettere a tacere le critiche "verso una generazione che è stata maltrattata", il Barcellona tra presente e futuro, la sfida con Cristiano Ronaldo: Leo Messi rompe il silenzio e lo fa senza argini, in una lunga intervista a TyC Sports. Le sue dichiarazioni più importanti:
Sull'Argentina: "Questa generazione è stata maltrattata, siamo professionisti che hanno dato tanto alla Selección. Non sapete quante volte riguardo la finale del Maracanà contro la Germania. Quante occasioni abbiamo avuto... se solo avessimo segnato. Vincere avrebbe cambiato tutto. Ora non serve vendere fumo, ma essere realisti: ci vuole ancora tanto per tornare ad essere una potenza. Ma non ho dubbio che torneremo ad essere forti: voglio vincere qualcosa con l'albiceleste".
La differenza di prestazioni tra Barcellona e nazionale: "Il Barça ha quella filosofia da quando è nato, mentre in nazionale non sempre ci sono giocatori adatti per quel tipo di gioco o abbastanza tempo per allenare quella filosofia. A Barcellona ci alleniamo sempre in un modo, non è facile costruire alla stessa maniera una mentalità del genere in nazionale".
Sulla possibilità di chiudere la carriera in Argentina: "Mi piacerebbe tanto giocare nel Newell's, è la squadra che tifo da bambino e non so perché qualcuno dice che tifo River. Però non è facile tornare in Argentina, devo pensare alla mia famiglia e ai miei bimbi. Dipende anche da loro".
Su Cristiano Ronaldo e la Juventus: "Chi sono i migliori al mondo? Neymar, Mbappé, Suarez, Aguero. Dimentico qualcuno? No, Ronaldo lo metto a parte, con me. Sono onesto. Mi manca averlo in Spagna, era bello competere con lui nonostante mi facesse arrabbiare quando vinceva titoli e sarebbe stato bello averlo ancora qui. Incontrarlo in finale di Champions? Pensiamo ad arrivarci, poi vedremo chi ci capiterà. Ho molto rispetto per la Juve, una grande squadra, ancora di più con Cristiano".
Su Icardi, che dopo le scorse partite aveva parlato di un clima nuovo e positivo in nazionale, un clima che non aveva ravvisato prima: "Con lui ho giocato un paio di partite, credo. Non so cosa gli sia successo per affermare che ci fossero problemi col gruppo in nazionale, prima. Non so cosa abbia voluto dire. Mai nessuno è stato trattato male in spogliatoio".