115, anzi no 116. Come Diego, più di Diego. DieCiro, quasi, per seguire la linea dei napoletani che da un po’ di tempo l’hanno ribattezzato. Perché Dries Mertens di belga ha ormai poco, forse proprio il nome all’anagrafe. Napoletano da sette anni, l'attaccante ha avvicinato Diego Armando Maradona nella classifica dei marcatori all time azzurri da quando s’è inventato goleador. E stanotte, forse nella più decisiva per il suo Napoli in questo avvio di stagione, si è inventato la doppietta con cui ha messo dietro il calciatore più amato della storia del club.
Prima di sciabola, poi di fioretto. Dries non si è fatto mancare nulla nella notte di Salisburgo, anche quando i suoi sono andati in difficoltà si è caricato la squadra sulle spalle con una doppietta vitale per gli azzurri. Nemmeno un’esultanza speciale, dedicata a Tommaso, storico magazziniere azzurro e molto amico del belga che ha omaggiato con un balletto particolare e una linguaccia da ricordare.
Una vita nuova quella vissuta dal belga nell’ultimo triennio: dopo l’addio di Higuain e l’infortunio di Milik, Dries ha dovuto giocarsi le sue carte nella gestione Sarri riscoprendo in sé una vena del gol fin lì inesplorata: 34 reti nella stagione dell’esplosione definitiva, 22 l’anno dopo, altri 19 lo scorso anno nonostante il rientro di Milik. Cambia la gestione, da Sarri ad Ancelotti, cambia poco Mertens che a Napoli ormai è un inamovibile e a pensare una squadra azzurra senza di lui sembra esserci solo Aurelio De Laurentiis, in attesa di sciogliere il nodo del suo contratto.
Diego è raggiunto prima e poi superato in una notte piena di emozioni, una altalena pura a Salisburgo. Ora, però, nel mirino c’è anche l’ex compagno Marek Hamsik. Lo slovacco ha lasciato Napoli lo scorso febbraio a quota 121 reti, poco distante dal record di Maradona. “Vorrei superarlo, se lo faccio poi lo chiamo” aveva detto qualche tempo fa proprio Dries a riguardo del record azzurro. Cinque reti ancora li dividono, poi la telefonata più bella partirà da Napoli direzione Cina. Là dove vorrebbero Dries e dove lui non vuole andare, per continuare ancora questa favola azzurra.
Di Gennaro Arpaia
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