Si può essere profeti di una patria anche senza esserci nati. Si può essere capipopolo anche senza avere la parlata di Masaniello. Basta farlo con l’esempio. E con i gol. Dries Mertens non è nato a Napoli ma cambia poco. La gente lo chiama “Ciro” e in certi momenti rivede Diego.
E oggi “Ciro” ha raggiunto Maradona nei gol segnati in serie A: 81, tutti con la maglia azzurra. Terzi alle spalle di Vojak e Hamsik. Un traguardo che il belga ha raggiunto con una punizione degna del confronto: destro a giro da oltre venti metri e Sportiello battuto. Tredicesima rete di una stagione che sognava diversa. Il 28 aprile dell’anno scorso era il giorno di Inter-Juve. In un albergo a Firenze stava aspettando buone notizie da San Siro. Non arrivarono e tutti sanno com’è finita.
Sono passati 365 giorni e un altro anno senza trofei. Ci sono state delusioni europee e personali. Qualche panchina poco digerita, un rendimento meno scintillante e i dubbi sul futuro. Perché il contratto scade nel 2020 e la tentazione di una redditizia avventura cinese è sempre una possibilità. Il 6 maggio Dries compirà 32 anni, un’età in cui il progetto è sempre il presente.
Vincere. Quello è il primo progetto che Mertens ha in testa. Lo stesso di Carlo Ancelotti, uno poco abituato a chiudere stagioni senza argenteria. Il rimpianto della Coppa Italia persa a San Siro sarà stato sicuramente più forte degli altri obiettivi sfumati. Ma la delusione di un’annata senza sogni è stata scritta sui muri di Napoli nella notte e ripetuta nei cori dei tifosi arrivati allo Stirpe. Il piazzamento non basta più a nessuno. Ai napoletani e a Dries, figlio acquisito della città.
“Meritiamo di più” è la litanìa degli ultimi minuti. Nessun coro contro Ancelotti o la squadra. La contestazione ha chiaramente la proprietà come obiettivo e a fine partita raggiunge il suo punto più alto quando i giocatori vanno a salutare la squadra. La maglia lanciata verso la curva da Callejon, oggi capitano, viene ributtata in campo. Dai gesti dei tifosi si capisce che non c’è niente di personale ma una forte presa di posizione per i risultati deludenti. Dries Mertens è il primo a chiedere spiegazioni, poi se ne va applaudendo quei tifosi che hanno esultato per la 106esima volta per un suo gol. Solo in tre nella storia del Napoli hanno fatto meglio: Hamsik, Maradona e Sallustro. Per raggiungerli e superarli avrà bisogno di un’altra stagione e Ancelotti in conferenza stampa sembra già non vedere l’ora di iniziarla con lui. “Avere raggiunto Maradona per gol fatti in serie A è il giusto premio per un ragazzo che fa dell’altruismo la sua forza. Non parlo di assist in campo, ma in generale dell’atteggiamento che ha anche fuori. Anche quando si arrabbia se resta fuori, è sempre positivo”.
Tredici gol e dieci assist in un’annata così così. Ricominciare da lui è un caposaldo per la prossima stagione. E magari anche da Amin Younes, “il migliore in campo oggi”, per dirla con le parole di Ancelotti. Un gol segnato e un pericolo costante sulla sinistra. Da lontano lui e Dries sembravano quasi la stessa cosa. Estro e fantasia. Sotto taglia e sotto porta. La caccia alla Juve e alla gloria riparte dal basso. E da un belga chiamato Ciro che non sbaglia mai all’ora di pranzo: otto gol negli ultimi sette anticipi domenicali. Uno che oggi siede alla stessa tavola di Diego.