Dopo 35 anni, in casa Peñarol è tornato un trofeo internazionale grazie ad un classe 2002 tifoso giallonero fin da bambino. Il suo nome è Maximo Alonso ed è il protagonista della vittoria della Copa Libertadores Under 20. L’attaccante 19enne, già esordiente con la prima squadra, ha segnato il rigore decisivo nella finale contro gli ecuadoriani dell’Independiente del Valle.
Da Maldonando con furore
La sua storia parte da Maldonado; i più avvezzi alla Formula Uno la accomuneranno all’ex pilota, quelli più appassionati alla storia sanno che fu la prima base uruguayana di Giuseppe Garibaldi. Ora anche dalle parti della capitale Montivideo, la città di Maldonado è salita agli onori della cronaca grazie ad Alonso. Stessa città da cui proviene il portiere della finale Randall Rodriguez che ha parato il rigore prima che Maximo lo segnasse.
Una vita in giallonero
Un anno in meno di lui ma con lo stesso percorso. Partito dalla cittadina, è arrivato nella capitale con un borsone pieno di sogni. Un 2021 che ha esaudito i primi desideri ad appena 18 anni: dall’esordio nel derby contro il Defensor Sporting alla vittoria del campionato, passando per la finale sfiorata nella Copa Sudamericana. "Peñarol es mi vida": così ha detto ai microfoni dell'ufficio stampa della Copa Libertadores. Ed il suo cammino non lo smentisce: ha giocato solamente con la maglia giallonera, anche nel campetto dietro casa.
La Supercoppa al fianco di Gargano
Il traguardo più grande però rimane quello della vittoria della Supercopa Uruguaya vinta appena un mese fa, la seconda nella storia del club. Entrato nei supplementari, Alonso ha condiviso il campo con qualche vecchia conoscenza della Serie A. Una su tutte Walter Gargano, l'ex centrocampista di Napoli, Inter, Parma ed attuale capitano del Peñarol. Insieme a lui Matías Aguirregaray, per lui una stagione con il Palermo di Cavani e Vazquez.
Anche prima della Copa Libertadores di categoria (dove ha segnato due gol, uno più bello dell'altro), in patria era considerato uno dei migliori talenti in circolazione. D'altronde nel Peñarol sono cresciuti gente come Schiaffino, Forlan e Montero. Di esempi da seguire ne ha parecchi, ma, come già detto da lui, non ha idoli, "solo riferimenti".