Una doppietta ad aprire e chiudere il match dello Scida nell’ultima giornata di campionato, un gol ogni ottantacinque minuti giocati e doppia cifra distante solo una lunghezza (con 18 gare ancora da giocare): è un Mattia Destro ritrovato quello che a suon di gol sta trascinando il Genoa sempre più lontano dalla sona rossa della classifica, attaccante rossoblù che si è raccontato così al canale ufficiale del club.
“Il mio gol preferito? Non ne ho uno, né quest’anno né degli anni scorsi, ogni gol mi da emozioni diverse e uniche”. Nove quelle provate da un Mattia Destro protagonista assoluto in questa stagione maglia del Genoa sulle spalle. Dal Crotone (primo gol della stagione 20/21 dei rossoblù) a Crotone, passando per Milan, Spezia, Lazio, Bologna e Cagliari. Memoria che torna al primo gol in Serie A, era il 12 settembre del 2010 quando a soli 19 anni Mattia debuttò in Serie A (Genoa-Chievo finita 1-3) realizzando dopo soli sei minuti il suo primo gol tra i professionisti. “Un’emozione indescrivibile, già debuttare così giovane era un sogno, fare gol pochi minuti dopo l’ingresso in campo... non ci credevo neanche io”.
Dalle emozioni del campo a quelle lontane dal rettangolo di gioco. “Il matrimonio (con Ludovica Caramis) è stata una delle cose più importanti che ho fatto se non la più importante, mio figlio Leone (nato lo scorso 8 settembre) è il mio gol più bello e mi capita di pensare a lui sia prima, sia dopo che durante le gare, praticamente sempre”. Eccolo uno dei segreti della rinascita di Mattia, assieme alla voglia dopo tanti anni ancora intatta di giocare a pallone. “La voglia è tantissima, è una cosa che sto cercando di mettere allenamento dopo allenamento, cercando di dare tutto me stesso nelle prestazioni che arrivano la domenica è cercando di aiutare il più possibile il Genoa nell’obiettivo salvezza”.
Obiettivo fissato del club. “Quelli personali? Penso vadano di pari passo con quelli di squadra, poi per raggiungere un obbiettivo importante come quello della salvezza è fondamentale fornire prestazioni sia individuali che di gruppo importanti e cercare di ottenere più punti possibili”. Con Ballardini in panchina, per la quarta volta alla guida del Grifone. “Ci ha dato compattezza e spirito di sacrificio. Ci sono tanti compagni è difficile fare un nome, sono tanti quelli con cui mi sono trovato benissimo e dai quali ho cercato di rubare tanto. Ci sono tanti compagni anche che pensavo sarebbero arrivati a livelli alti e invece si sono fermati. Fortunatamente ho conosciuto tanti giocatori e ho cercato di rubare ad ognuno dei segreti”.
Tra questi anche Strootman, compagno oggi e anche ai tempi della Capitale. “Kevin è stato un mio grande amico a Roma e lo è tuttora, sono stato molto contento di averlo qui a Genova: è un grande giocatore, ha qualità incredibili e lo conosciamo tutti. Il pregio più grande del gruppo? La consapevolezza di raggiungere un obiettivo fondamentale per questa piazza e per noi stessi”. A chiudere l’intervista un pensiero ai tifosi, da sempre capaci di dare una spinta importante al Grifone tra le mura del Ferraris e da quasi un anno lontani dalle gradinate. “Penso che lo stadio pieno sia una cosa totalmente diversa, i tifosi ci mancano molto e non vediamo l’ora tornino a incitarci e sostenerci allo stadio”.