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Data: 06/03/2019 -

Catania, il gol da centrocampo e la Champions: la nuova vita di Mascara

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Squilla il telefono e Mascara non vede l’ora di raccontarsi, e di parlare di quel famoso gol da centrocampo contro il Palermo: “Chi se lo scorda!”. Sono passati dieci anni ma è come se fosse ieri, soprattutto per i tifosi del Catania. Il derby, l’esultanza, una stagione storica: “Ogni salvezza in Serie A è stata come vincere un campionato”. Soprattutto dopo aver segnato un gol da capogiro: “Tirai d’istinto, senza pensare a nulla, l’azione fu talmente veloce che non guardai neanche la posizione del portiere”.

Peppe Mascara, 39 anni, 150 reti tra i professionisti, allenatore fino al dicembre scorso della Sancataldese in Serie D e si racconta su GianlucaDiMarzio.com: “Quando ero piccolo non esistevano tutte le società professionistiche e i centri sportivi che ci sono oggi. Facevo parte di una parrocchia a Comiso, andavo lì con i miei compagni di scuola e formammo una squadra che mi permise di fare lì tutte le trafile del settore giovanile. Poi nel ‘97 arrivò la prima opportunità in C1 con la Battipagliese, durata tre anni. Quando la mia vera prima società fallì ebbi la fortuna, tramite il mio procuratore, di firmare un triennale con la Salernitana, con cui ho esordito anche in Serie B, poi segnai 19 reti in C1 ad Avellino. Questo mi consentì di vestire la maglia del Genoa di Dalla Costa poi divenuto quello di Preziosi”.

non appena i Gaucci ne ebbero l’occasione fecero di tutto per prendermi”.

I lunghi anni a Catania, scanditi da 235 presenze e 61 gol. Le difficoltà ma anche la promozione in Serie A e i tanti anni di permanenza nella massima serie: “Parliamo di più di dieci anni fa, in quel periodo lì la Serie A era ancora più ricca di campioni e fenomeni. Il livello era sicuramente più alto e le big che si contendevano un titolo erano tante: Milan, Inter, Lazio, Roma”.

L’anno di grazia 2009

Nello specifico, il 2009 fu un anno davvero speciale, per diversi motivi. Il primo è datato 1 marzo, il giorno in cui il Catania vinse 4-0 sul Palermo. Peppe era il centravanti di Walter Zenga. Con un tiro no look Beppe sorprende il Campione del mondo Amelia e si conquista gli applausi del Renzo Barbera, senza contare Miccoli e Cavani. “Quella stagione fu favolosa, il Catania si salvò con sette giornate d’anticipo e la vittoria a Palermo fu la ciliegina sulla torta. Preparammo quella partita nei minimi dettagli. In merito al mio gol, ammetto di aver avuto un po’ di fortuna”.

Il secondo motivo riguarda la convocazione in Nazionale, anche se solo per l’amichevole Italia-Irlanda del Nord, che comunque Mascara giocò da titolare: “Ho ricordi di quella sera lì che non potrò mai cancellare, sfruttai il momento e quella squadra di campioni mi mise subito a mio agio. Ricordo ancora che non vedevo l’ora finisse l’inno nazionale, ero talmente emozionato che non riuscivo a respirare”.




Mascara al Napoli: “Ero in scadenza di contratto con il Catania, eravamo distanti, avevo 33 anni e mi sentivo di fare qualcosa di importante per me stesso. Giocare in Europa League ed esordire in Champions è stato qualcosa di emozionante, ho giocato contro i più forti d’Europa: Bayer Monaco, Villarreal, Manchester City”.

Peppe Mascara ci racconta poi la parentesi a Dubai, dove raggiunse Zenga all’Al Nasr: “Ai compagni avuti nei Paesi Arabi sono legatissimo, ho trovato un mondo inaspettato, persone intelligenti, capaci di parlare anche tre lingue. Mi aiutarono ad ambientarmi e apprezzavano fossi il primo ad arrivare al campo e l’ultimo ad andare via. Ho sposato il loro modo di vivere e pensare, la loro cultura e questo mi ha fatto legare a loro”.

La nuova vita di Mascara

Oggi Peppe è marito e papà di 4 figli a tempo pieno. Appena può fa di tutto per passare del tempo con la sua famiglia: “Le ore libere vanno dedicate totalmente alla moglie e ai figli”. Ma Peppe Mascara è anche un imprenditore, ha aperto un locale a Catania che gestisce lui e tra un impegno e un altro non dimentica la sua passione per il calcio, alla quale da ex attaccante adesso si avvicina provando a fare l’allenatore. L’ha già fatto nelle giovanili del Catania, ma anche a Giarre e San Cataldo in Serie D: “Bisogna essere bravi a far capire in maniera semplice il concetto di gioco e poi provare a farlo mettere in atto. Prima lavoravo per tre/quattro ore, da allenatore non ci si ferma mai quando si vogliono curare i minimi particolari” conclude Peppe. Il ragazzo che dieci anni fa segnò un super gol nel derby entrando nella storia.




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