"I problemi del calcio sono gli stessi del mondo". In un'intervista concessa al Corriere della Sera, Claudio Marchisio esordisce così, sottolineando il male del calcio moderno e i problemi di razzismo, discriminazione ed educazione che da ormai troppo tempo caratterizzano il mondo del pallone. "Un tempo la passione era quella delle discussioni da bar. Oggi la più pura concezione del calcio è andata persa e i genitori che accompagnano i figli al calcetto vivono con l'ansia di vederli diventare professionisti".
CALCIO & EDUCAZIONE
"Il problema - spiega Marchisio - è che oggi la concezione di sport è sbagliata in partenza. Un ragazzino che gioca a calcio si ritrova ogni anno con un allenatore diverso, mentre chi allena in un settore giovanile dovrebbe essere, secondo me, prima di tutto un maestro, un educatore. Io dirigente? Lo farei, a patto di avere carta bianca. Altrimenti sarebbe davvero inutile"
OMOSESSUALITA'
"Non ho mai conosciuto un calciatore omosessuale, o almeno nessuno mi ha mai detto di esserlo. C'è omertà, per paura della reazione dell'opinione pubblica ma anche dello spogliatoio stesso. Per fortuna che c'è il calcio femminile, caratterizzato da una maggiore emancipazione: le calciatrici che fanno coming out possono aiutare i loro colleghi a spezzare un tabù che resiste da troppo tempo".
FUTURO IN POLITICA
"Un futuro in politica? Non lo escludo affatto. Mi mancano alcune cose, le dovrei studiare, ma ci penso spesso. Mi piacerebbe mettere in pratica le mie idee. Magari, un giorno mi candiderò sindaco di Torino..."
L'intervista completa sul Corriere della Sera oggi in edicola