È stato il CT che ha riportato il titolo di campione d’Europa in Italia dopo 53 anni grazie a una squadra giovane, divertente che ha espresso un calcio propositivo e di qualità. La mancata qualificazione diretta al Mondiale di Qatar 2022 sembra aver macchiato un po’ un anno entusiasmante, ma non è così per Roberto Mancini: “È stato un Natale da campione d’Europa. A gennaio cominceremo a pensare a quello che dobbiamo fare a marzo”, ha raccontato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
Il pensiero va inevitabilmente alle vittorie mancate che hanno complicato il percorso verso il Qatar: “Bastava vincere la partita di andata contro la Svizzera che abbiamo dominato". A proposito della vittoria all’Europeo: “Gigio (Donnarumma ndr) è il migliore portiere del mondo, mi spiace che non giochi con continuità”. Su Jorginho Mancini non ha dubbi perché “per tutto quello che ha fatto meritava il pallone d’oro”.
"Spinazzola fondamentale, Scamacca può crescere"
Da gennaio, quindi, si comincerà a pensare ai playoff di marzo determinanti per accedere al prossimo Mondiale in Qatar: “Spinazzola per noi è fondamentale, avrà un paio di mesi per arrivare in ottime condizioni”. La novità potrebbe essere la presenza di Zaniolo: “Può dare tanto, dipende tutto da lui”. A proposito di futuro: “Scamacca ha tutto per diventare un attaccante completo, da qui a tre mesi può crescere molto. Joao Pedro? La convocazione va meritata giocando bene. E questo vale per tutti”.
"Palermo sarà un'arma in più"
Il 24 marzo la sfida contro la Macedonia si giocherà a Palermo, una scelta fatta di proposito per regalare alla nazionale l’entusiasmo e il sostegno che soltanto uno stadio come la Favorita possono trasmettere in un momento così delicato: “Sarà un’arma in più, fondamentale”. L’Italia di Mancini come quella di Lippi. Partì proprio dal capoluogo siciliano, infatti, il cammino di qualificazione al Mondiale del 2006 che poi la nazionale vinse trionfalmente: “Ci credo e sono molto fiducioso, troveremo i giovani giusti per arrivare al Mondiale e vincerlo”. E infine c’è l’amico fraterno Vialli: “Gianluca è troppo più forte di noi e noi lotteremo per lui”, conclude Roberto Mancini.
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