Un martedi e mercoledì nero per la Manchester del calcio. Due squadre piegate dalla forza dell'avversario e dagli eventi escono dalla Champions League nel giro di 24 ore l'una dall'altra. Una trama degna dei più grandi romanzi drammatici con un finale thriller. Le immagini che ci restano sono quelle dei diavoli che piangono, presi a schiaffi dai marziani del Barcellona e del Blue Sky che si colora di rosso sangue.
United e City si stringono nell'ultimo saluto alla Champions. Chi silenziosamente, quasi in punta di piedi, chi meno. Perchè se è vero che lo United era chiamato a compiere un'impresa quasi insperata contro Messi e compagni al Camp Nou, è altrettanto vero che dal City era lecito aspettarsi il ribaltone, dopo la sconfitta all'andata rimediata a Londra. E il ribaltone in effetti c'è stato, ma di quelli che si ricordano con l'amaro in bocca. Il 4-3 finale non è bastato a far volare i ragazzi di Pep Guardiola in una semifinale da sogno contro l'Ajax.
Dopo una partita dalle mille emozioni, con gol annullati ed episodi da Var, il maestro Pep si è dovuto arrendere. Lui che la Champions l'ha portata a casa ben due volte, ora si deve fermare, sconsolato, a riflettere su cosa è andato storto questa volta. Il tempo per recriminare è finito. Bisogna accettare la sconfitta. Manchester piange i suoi eroi che sono tornati ad essere persone comuni, almeno per una sera. La città del calcio si copre di nuvole scure, cariche di delusione e amarezza. Ma poi, come spesso da quelle parti, verrà la pioggia a cancellare ogni malessere. Si ricomincerà a sorridere, perchè dev'essere così. Dalle sconfitte si torna più forti di prima. Soprattutto a Manchester.