Non chiamateli più vicini rumorosi.
Quella del Manchester City, da anni ormai, è una vera e propria sinfonia. Una musica troppo ben orchestrata per i cugini dello United, caduti ancora una volta nel derby, al ritorno come all'andata.
City-United, i vicini rumorosi sono diventati un'orchestra
Batman, oggi, si chiama Kevin De Bruyne, con Riyad Mahrez nelle vesti di Robin: il 4-1 con cui i Citizens hanno steso i Red Devils porta la firma dei due campioni (con la complicità della difesa schierata da Ralf Rangnick).
A poco è servito lo squillo di Jadon Sancho: l'ex canterano proprio del City, scappato in direzione Dortmund e poi tornato nella parte rossa della città, ha fatto quello che gli riesce meglio, inventandosi un gol che è valso il momentaneo pareggio. Ma che non è bastato: i re della città sono i cugini azzurri, volati a +22 sullo United quinto.
Uno spartito che si ripete ormai da quasi un decennio. L'ultima volta in cui la Premier League si è conclusa con i Red Devils davanti ai rivali cittadini risale ormai alla stagione 2012/2013, l'ultima della carriera di Sir Alex Ferguson. Lo stesso Ferguson che, all'epoca, definiva i Citizens niente più che dei "vicini rumorosi".
"Faranno sempre rumore. Puoi solo andare avanti con la tua vita, accendere la TV e alzare il volume" aveva detto dopo un derby vinto nel 2009 Sir Alex silenziando gli avversari. Quel rumore, però, negli anni si è fatto più forte. E nessuno, dopo lo scozzese, è riuscito a tenerlo a bada, fino all'umiliante +32 della banda di Pep Guardiola nella stagione 2018/2019.
E mentre lo United adesso cerca di restare aggrappato al treno Champions, il City vola ancora solitario in testa alla classifica, a +6 sul Liverpool, inseguendo l'ottava Premier League della sua storia, la quarta dell'era Guardiola. Gli anni passano, la musica è la stessa: i vicini rumorosi sono diventati un'orchestra. Con buona pace di Sir Alex Ferguson.