Tatticamente non ci sono molte storie: è perfetto. Apre gli spazi, gioca di sponda e lavora per la squadra. Nel “tempo libero”, poi, qualche gol lo fa anche. 33, complessivi, quelli segnati da quando è alla Fiorentina. Sedici e mezzo l’anno, non male per uno che a volte è stato etichettato come quel tipo di attaccante che corre tanto ma finalizza poco. Bugie, perché Nikola Kalinic non solo corre: segna. Non sarà il centravanti da 40 gol, ma probabilmente è il più funzionale al gioco di Vincenzo Montella tra le punte in circolazione.
Prime domande: giocherà lui o Andrè Silva? Perché non entrambi? La probabilità che l’allenatore rossonero proverà a farli coesistere è oggettivamente elevata, le possibilità di riuscita…ci sono. Perché Andrè Silva in passato ha fatto l’esterno, perché Kalinic sa come occupare lo spazio vuoto e far salire la squadra con sponde, scambi e qualche assist. Undici in due anni a Firenze, non male per un ‘nove’. Numero occupato proprio dal portoghese in casa rossonera, si parla del 7. Come Sheva, come i meno fortunati Pato e Oliveira. Per ridare lustro a quel numero, ma anche alla squadra.
La sua. Perché il Milan è sempre stato il piccolo grande amore di Nikola Kalinic. Trasmesso dalla mamma Neda, in una bacheca a casa Kalinic tutta rossonera, tra gagliardetti, mini trofei e vecchie fotografie. Tifo sfrenato, amore viscerale che ora ha nell’arrivo al Milan il suo picco più alto. Per il momento, con la voglia e l’ambizione di adornare quella bacheca con nuovi trofei. Vinti dallo stesso Kalinic, orgoglio della mamma Neda.
Kalinic che sa come segnare a San Siro: cinque le reti al Meazza, quattro all’Inter. Clima derby? Ovviamente, ma soprattutto voglia di giocare in quello stadio. Con un allenatore che non vede l’ora di avere a disposizione l’attaccante che voleva. Montella-Kalinic, sfioratisi a Firenze, incontratisi a Milano. E fu subito amore. A tinte rossonere. Pronto per essere messo in campo, al servizio della causa Milan. Dopo una trattativa estenuante, tra permessi e mail. Perché Kalinic voleva il Milan, il Milan voleva Kalinic. Un solo ostacolo in mezzo, la Fiorentina, disposta a cedere il suo croato ma alle giuste condizione. Accordo finalmente trovato venerdì, dopo una trattativa estenuante e un’idea di mercato partita lo scorso aprile.
L’all-in sul mercato per attaccare immediatamente l’Europa. Quella che conta, quella coppa dalle orecchie così grandi e così belle portata sette volte a casa dal Milan. Lontana, oggi, ma vicina nelle idee della società. Che ha investito e sognato, ora parola al campo. Con un Kalinic in più, tifoso e nuovo attaccante rossonero, amore e orgoglio di mamma Neda, punta perfetta nelle idee di Montella.