“Retrocessione Samp il rammarico più grande”
Le cose vanno peggio a Genova, sponda Samp. Massimo ci arriva nel gennaio 2011, con la squadra che lotta per evitare una clamorosa retrocessione: “Un club che mi affascinava da sempre – ricorda – i tifosi, i colori della maglia, lo stadio all’inglese. E poi ci aveva giocato Vialli, mio idolo. Purtroppo è andata male. Ebbi anche problemi familiari. Negli ultimi due mesi di stagione venni a sapere che a mio padre restava poco da vivere. La gente da fuori non capisce. Anche noi calciatori siamo essere umani e soffriamo per chi amiamo. E poi la società era fragile: ‘Vieni, giocherai con Pazzini’, mi dissero. Arrivai e il giorno dopo lo cedettero. La squadra pagò tutto questo”.
Dopo la Samp, torna il sorriso. Torna l’Empoli, dove Massimo trova Sarri: “All’inizio era molto silenzioso. Dubitava di me. Considerata la mia carriera, temeva che volessi fare come mi pareva. Che non lo volessi seguire. Poi abbiamo instaurato un bellissimo rapporto”. Il 13 settembre del 2015 negli spogliatoi del Castellani Maccarone e Sarri parlano come due amici. Quest’ultimo, nel frattempo, è passato al Napoli e i risultati non arrivano. E' la terza giornata di campionato e anche ad Empoli non va oltre il pari: “Ricordo quella conversazione a fine partita. Gli dissi che, nonostante tutto, quel Napoli mi sembrava già molto avanti. Che di lì a poco avrebbe svoltato. E infatti il giovedì vinsero 5-0 con il Bruges. La domenica altri 5 gol, alla Lazio. Insomma, avevo ragione. Maurizio aveva fatto bene a Empoli con ragazzi promettenti ma alle prime esperienze in A. Era scontato facesse ancora meglio a Napoli”.
Il pazzo esordio in Nazionale
Salto indietro, di nuovo al 2001. Maccarone segna in B con l’Empoli insieme all’amico Di Natale. E’ un punto fermo anche dell’Italia U21 di Gentile. Gol a raffica, tanto è che succede l’impensabile: “Stavamo giocando a Watford, in Inghilterra. Segno ma all’intervallo il Ct mi toglie: ‘Ma come? Perché?’, gli chiedo sorpreso: ‘Domani giochi con la Nazionale maggiore’, mi rispose. Vieri si era fatto male e Trapattoni a fine primo tempo aveva chiamato il mister: “Fallo riposare, lo porto con me’. Quella notte avrò dormito massimo un paio di ore. Del Piero, Maldini, Totti, Inzaghi, Montella… li avevo visti solo in tv. Al mattino, durante la colazione, ero imbarazzato".
E Maccarone è anche decisivo, perché entra e allo scadere si conquista il rigore poi realizzato da Montella. L’Italia vince in Inghilterra. Da più di 70 anni un giocatore non esordiva in Nazionale senza ancora aver mai debuttato in A: “Quando il Trap mi disse: ‘Scaldati’, io non ci credevo: ‘Dici a me?’, gli chiesi. Prima di entrare Vieri mi fa: ‘Se segni, ti cambia la carriera’. A fine partita mi disse: ‘Vabè, anche così vedrai che te la cambia lo stesso’”. Ricordi. Anche di un calcio che non c’è più: “Si è evoluto – spiega Massimo – sono cambiati palloni e regole. I giovani hanno atteggiamenti un po’ diversi, ma spesso li crea la società. Non è sempre colpa loro. Prima c’era la gavetta e non c’erano i telefonini. Dopo cena si stava fuori a parlare tutti insieme. Ora, appena si finisce, uno non vede l’ora di salire in camera per giocare alla play”. Massimo dice basta, senza rimpianti: "Il calcio mi ha reso una persona migliore, mi ha dato tanto. E' stato amore, passione, adrenalina. Vedere una partita allo stadio non mi mancherà. Viverla sì".