Sembrava finalmente fatta per il passaggio della maggioranza delle quote della A.S. Lucchese Libertas nelle mani della Aigornetto Limited, società dell’imprenditore senese Lorenzo Grassini, ma ancora una volta qualche misterioso imprevisto ha rimandato la parola fine di questa infinita storia che non da pace ai tifosi rossoneri.
Centotredici anni di storia per la gloriosa compagine toscana, con un recente passato che invece racconta di stagioni incolori e sofferenze societarie (due fallimenti ed un terzo sfiorato). Proprio quest’ultimo, il terzo fallimento, è stato scongiurato nel febbraio del 2017 dal repentino intervento di una cordata di soci lucchesi, che hanno risollevato la Vecchia Pantera, donandole nuova linfa ed una dignità sportiva più che accettabile, con risultati oltre ogni aspettativa. Ed arriviamo così al febbraio di quest’anno.
Le forze dei soli imprenditori lucchesi bastano alla società per sopravvivere, ma non per regalare alla città quelle ambizioni e quei sogni che merita. Così vengono intavolate diverse trattative per consentire l’ingresso di nuovi soci che potessero investire e foraggiare la causa rossonera. L’incontro chiave arriva in un freddo lunedì di fine febbraio. Ad un tavolino si siedono Arnaldo Moriconi, socio rossonero e principale investitore, Lorenzo Grassini, impresario toscano, e Fabrizio Lucchesi, un volto noto del calcio italiano: già Direttore Sportivo della Roma dello scudetto, della Fiorentina e di molte altre squadre di Serie A, B e C. E’ proprio lui, amico di Grassini, l’intermediario della trattativa. Sembra veramente la volta buona.
Tutto pare procedere per il verso giusto e nella prima metà di marzo la futura proprietà convoca una conferenza allo Stadio Porta Elisa. Parlano Fabrizio Lucchesi e Lorenzo Grassini che, sotto lo sguardo attento di giornalisti e tifosi, illustrano i piani della nuova società e lasciano presagire ad un glorioso futuro per i colori rossoneri. In tale occasione vengono anche svelati i dettagli dell’accordo: la società di Lorenzo Grassini acquisirà l’80% delle quote della A.S. Lucchese Libertas e Lucchesi verrà nominato Direttore Generale. A Lucca l’entusiasmo cresce.
Ma la trattativa rallenta, inesorabilmente, fino a rischiare di saltare definitivamente. I motivi restano per lo più sconosciuti, ma sarebbero presumibilmente legati ad accordi economici tra la vecchia e la nuova proprietà. Si arriva così al 21 aprile, quando ogni tassello sembra tornare al proprio posto. Allo stadio Porta Elisa si gioca Lucchese – Olbia ed in tribuna d’onore spuntano nuovamente Grassini e Lucchesi. Grandi sorrisi, interviste colme di entusiasmo e dichiarazioni che non lasciano spazio ad alcun dubbio:”La trattativa è chiusa, in settimana la firma per l’acquisizione”. I tifosi rossoneri, ammaliati dall’ambizioso nuovo progetto, tornano a sognare.
Il 26 aprile, come dichiarato, le due proprietà si recano dal notaio Mandarini di Siena e sanciscono l’accordo: l’’80% delle quote passa nelle mani della Aigornetto Limited. Così, il giorno successivo, viene organizzata dalla nuova società una conferenza stampa di ingresso, in cui si delineano i punti per l’organizzazione della prossima stagione e le basi per un rafforzamento strutturale. C'è un 'però'. L’accordo del 26 aprile verrebbe reso valido dal passaggio di una somma che, però, tarda clamorosamente ad arrivare. Ed il mistero si infittisce.
Passano i giorni. Alla Camera di Commercio di Lucca viene registrata la nuova società, ma il bonifico, che ormai a Lucca è sulla bocca di tutti, ancora non è giunto a destinazione. Le battute si sprecano, ma i supporters rossoneri hanno poca voglia di scherzare. La mancata conclusione dell’accordo, o meglio la sospensione, arresta anche l’imminente nomina delle nuove cariche ed è così che a Lucca domina il caos.
La situazione, già tesa, si surriscalda ancor di più grazie alle dichiarazioni contrastanti delle due proprietà. Secondo una parte (la nuova) il bonifico non arriva, è vero, ma sembra che ci siano dei motivi ben fondati al riguardo (situazione debitoria in continua evoluzione). Dall’altra parte ci si lamenta invece per l’estenuante attesa del pagamento che, come Godot, sembra non arrivare mai. Le due proprietà, il cui rapporto si sta deteriorando, si stanno incontrando/scontrando quotidianamente, in un susseguirsi di voci, dichiarazioni, smentite e ribaltoni degni di una vera e propria telenovela. Una telenovela che non piace più a nessuno. Soprattutto se a rimetterci dovesse essere veramente la città, la squadra, la Lucchese. Un patrimonio del calcio italiano che, adesso, con le imminenti scadenze federali, un’iscrizione da effettuare ed una squadra da ricostruire rischia seriamente di sprofondare nel baratro.