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Data: 08/03/2019 -

Lucchese nel caos: “Manca tutto, anche l’acqua”. E i tifosi pagano la trasferta

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Un altro club di serie C a un passo dalla scomparsa. Proprietà sparita, società messa in mora e città stretta intorno alla squadra. L'attaccante De Feo: “Facciamo i turni per lavare e stirare”
Un altro club di serie C a un passo dalla scomparsa. Proprietà sparita, società messa in mora e città stretta intorno alla squadra. L'attaccante De Feo: “Facciamo i turni per lavare e stirare”
data-redactor-inserted-image="true">Avanti e indietro. Sulla fascia, ma anche in mezzo. Come esterni instancabili o centrocampisti box to box. Niente fase offensiva o difensiva, semplice manutenzione del campo. Niente corsa, via di trattore. Succede anche questo alla Lucchese, altra vittima di una sciagurata serie C.

Soldi finiti, proprietà latitante, sedici punti di penalizzazione e un gruppo disposto a dare l’anima sul campo per sopravvivere. A costo di accendere il motore e rassettare il campo. Calciatori giardinieri, l’ultima frontiera di un disastro. Non è carnevale, anche se Viareggio è a pochi minuti dal Porta Elisa. Non è uno scherzo, ma la triste realtà di una Lucchese costretta a raccogliere le offerte dei tifosi per la trasferta di domenica a Pisa.

“Sono venuti ragazzi a portare 20 euro, sostenitori anziani, ultras. Tutti a dare un contributo, piccolo o grande. Grazie a loro andiamo a Pisa, non abbiamo più niente. Neanche l’acqua da bere”. A parlare è Gianmarco De Feo, attaccante di professione e … autista di trattori per stadi da qualche settimana. Cuore rossonero, prima al Milan, ora a Lucca. Stessi colori, mondi diversi. “Lì era il massimo, qui mancano le cose basilari. Dobbiamo lavarci le maglie, stirare, pagare vitto e alloggio. Qui non c’è più un euro”.






Sceneggiatura di serie C, con picchi altissimi. Tragicommedia del calcio o di ciò che ne rimane. Copione già visto: un passaggio di proprietà estivo turbolento, un imprenditore senese che fa il passo più lungo della gamba, le prime scadenze non rispettate, gli stipendi pagati coi fondi della Lega, l’apparizione di una cordata romana apparsa e scomparsa in un giorno, la cassa bloccata.

“In una trasferta ci hanno dedicato uno striscione: Prima che calciatori, uomini veri. È per questa gente che andiamo avanti”.

Finché sarà possibile. Perché il tempo è tiranno. “Abbiamo preso i soldi di dicembre, poi è stato bloccato tutto”.


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Il proprietario sarebbe il romano Aldo Castelli, assistito dai soci Enrico Cennicola e Umberto Ottaviani. A Lucca arrivarono il 28 dicembre per una conferenza stampa delirante: qualche frase di circostanza, portafoglio vuoto e società rilevata per un euro da Moriconi, proprietario per un paio di stagioni. “Non so come abbiano avuto la faccia di presentarsi. Non sappiamo neanche chi siano”.

Quel giorno furono cacciati da un pubblico inferocito, dal giorno dopo il loro telefono ha smesso di squillare. Irraggiungibili, spariti. “Al nostro fianco sono rimasti il direttore sportivo Antonio Obbedìo e la segretaria Marcella Ghilardi. Per il resto pensiamo a tutto noi. Per un po’ siamo stati anche senza staff sanitario. De Vito e Sorrentino facevano i massaggi agli altri”. Di lavoro farebbero il difensore e l’attaccante, ma nella Lucchese di quest’anno sono solo dettagli.






“E pensare che senza penalizzazioni avremmo gli stessi punti della Juventus B”. Serenamente salvi, più vicini ai playoff che alle zone calde. E invece la classifica dice 13 punti, anche se sul campo sarebbero 29.

Ultima posizione, ma il peggio deve ancora venire. “Abbiamo messo in mora la società. Una scelta obbligata: qui ci sono tanti ragazzi al minimo sindacale (intorno ai 1200 euro netti mensili, ndr). Senza stipendio, non hanno i soldi per vivere? Finora abbiamo preso i soldi grazie a un anticipo sul fondo della Lega per la valorizzazione dei giovani, ovviamente senza i contributi dovuti. Dal 15 febbraio però sono stati chiusi tutti i rubinetti: il revisore dei conti si è dimesso e gennaio sarà il primo mese non corrisposto”.


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