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Data: 14/05/2021 -

Lorenzo Paramatti, la rinascita in Romania: "La mia rivincita contro la sfortuna"

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Il figlio di Michele Paramatti, ex giocatore di Bologna e Juventus, ha ottenuto la promozione in massima serie rumena con la maglia del Craiova
Il figlio di Michele Paramatti, ex giocatore di Bologna e Juventus, ha ottenuto la promozione in massima serie rumena con la maglia del Craiova

L’intervista abbiamo dovuto posticiparla. Dovevamo chiamarlo in mattinata. Poi ci siamo sentiti nel pomeriggio: “Scusatemi ero stanco, dovevo riposare. Stanotte ho dormito poco…”. Giovedì sera Lorenzo Paramatti, figlio di Michele, ex giocatore di Bologna e Juventus, ha ottenuto la promozione in massima serie rumena, con il Craiova: “Ieri sera abbiamo festeggiato, anche se con le restrizioni non abbiamo potuto fare niente di speciale purtroppo. Abbiamo riportato il Craiova in serie A rumena dopo dieci anni. Dopo la partita ci siamo ritrovati e siamo stati insieme a festeggiare. Poi siamo tornati a casa entro l’orario del coprifuoco. Il problema è che una volta rientrati è stato impossibile dormire dall’adrenalina. Avrei potuto giocare un’altra partita da quanto ero energico”. 

 

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PARAMATTI: “LA SFORTUNA MI HA FATTO PERDERE I TRENI IMPORTANTI”

Si sente subito aria di rivalsa nelle parole di Paramatti. Parole che sanno di rivincita personale: “Questo è il mio secondo campionato che ho vinto in carriera - racconta a Gianlucadimarzio.com - Il primo lo vinsi a Bologna in Serie B, ma stetti tutta la stagione fuori per gli infortuni. Questo è il primo campionato che vinco da protagonista e che sento mio. È una rivincita per me, dopo che mi sono state chiuse molte porte in faccia a causa dei problemi fisici. Devo ringraziare i miei agenti Alessandro Pezzoli e Fabio Dall’Ara, che hanno creduto in me e mi hanno dato questa possibilità in Romania: per me è una grande soddisfazione. Sono sollevato e felice. Se ci penso dico ‘Cavolo, son riuscito a raggiungere una cosa bella, che terrò sempre dentro di me’. Adesso voglio ripartire: spero sia solo una ripartenza”. 

 

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Lorenzo Paramatti ha 26 anni. Un passato tra le giovanili del Bologna e dell’Inter, e tante presenze anche nelle giovanili della Nazionale. Poi gli infortuni e la malasorte nel momento peggiore: “Al Bologna al secondo giorno di ritiro con la prima squadra mi rovinai il ginocchio in un contrasto con Paponi. Ho perso tutta la stagione in cui il Bologna è stato poi promosso in Serie A”. Sliding door: “Lo vedo come un treno perso, non per demeriti ma per sfortuna. Da quel momento non ho più avuto grandi possibilità”.

 

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“I NOSTRI COMPAGNI CI CANTANO CUTUGNO E AL BANO…”

Dopo qualche anno nelle serie inferiori italiane, Paramatti ha scelto di dare un nuovo slancio alla sua carriera andando a Craiova, in Romania. Una scelta che motiva così: “Sono andato all’estero per uscire dalla mia comfort zone. Questo mi è servito molto per crescere: ti devi adattare a un nuovo mondo, nuovo stile alimentare, nuova lingua”. E sulla lingua c’è un aneddoto particolare: “L’italiano e il rumeno sono due lingue latine, non sono poi così distanti. La cosa buffa è che qui tutti conoscono Totò Cutugno. Quando i miei compagni mi vedono ci cantano Cutugno, o Al Bano. Sono canzoni che io in Italia non ho mai sentito, loro invece sì. È una cosa che mi fa schiantare dal ridere…”. 

L’estero, sinonimo di esperienza di vita e nuove opportunità: “Se riesci a esprimerti al meglio, ti si possono aprire molte più porte giocando all’estero piuttosto che farlo in Italia in Serie C. Non c’è paragone tra vincere un campionato di serie B all’estero piuttosto che giocare la salvezza nelle serie minori italiane. Andare via dall’Italia è stato un investimento personale, per una possibilità di crescita futura. Adesso in serie A rumena mi si possono aprire molte più possibilità: per esempio, se dovessi rimanere giocherei contro squadre che hanno affrontato la Roma, tipo il Cluj. Questa visibilità e soddisfazione in Serie C non le trovi”. 

 

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Lorenzo Paramatti, cresciuto con un maestro in casa. Papà Michele (160 partite in Serie A): “Lui mi ha seguito dovunque in tutta la mia carriera. Sarebbe venuto a Craiova ogni weekend perché c’è anche un volo diretto da Bologna, purtroppo non è stato possibile a causa del Covid. Con lui ho un rapporto bellissimo: per me è un esempio. Imparo tutto da lui, non solo in campo”. 

COMPAGNO: “BISOGNA SAPER ASPETTARE E CREDERE NEL LAVORO” 

Sì, perché se il Craiova ha ottenuto la promozione, lo deve anche a un altro italiano: Andrea Compagno attaccante nato a Palermo e cresciuto nei settori giovanili di Catania e Torino. Anche lui ci ha raccontato la sua esperienza: “Venivo dal campionato di San Marino che è dilettantistico, e avevo bisogno di rilanciarmi. A Craiova invece ho ritrovato stimoli, grazie all’ambizione di questa società e la passione dei tifosi. È stata un’annata intensa, difficile anche perché in un contesto molto diverso da quelli in cui sono cresciuto. Alla fine ci siamo tolti questa grande soddisfazione, ed è stata una bella ricompensa per gli sforzi fatti”. 

Cinque gol nei playoff per Compagno, l’uomo decisivo nella lotta alla promozione: “Nel momento clou della stagione mi sono fatto trovare pronto. È bello incidere e essere decisivo sempre, ma è ancora più bello quando è una piazza intera che te lo chiede. Spero di continuare così per questa maglia. Questa gente ci ha dimostrato tanto affetto, e sono contento di ciò che ho fatto per loro”. 

 

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Andrea Compagno ha 25 anni e le idee chiare in testa sul suo futuro: “Ognuno ha il suo percorso. Bisogna saper aspettare e credere nel lavoro quotidiano: prima o poi ti ripaga. Ho impresso la frase di Baggio che disse: ‘Il sacrificio e il duro lavoro sono il ponte tra sogno e realtà’. Questo è il leitmotiv della mia vita. È chiaro che essendo italiano il mio sogno sia quello di giocare in Serie A: per l’Italia ci sarà tempo, o magari non ci sarà mai, chi lo sa… io voglio arrivare al giorno in cui mi dovrò guardare indietro e non voglio avere rimpianti”. 

Per chi crede nel lavoro, e per chi sa aspettare, non esiste treno che non potrà ripassare. E non ci sarà specchio di fronte al quale ci sarà da avere rimpianti.



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