Quello di Madrid è stato il sesto trionfo del Liverpool nella storia della Coppa Campioni/Champions. E' stato anche il trionfo di Jurgen Klopp, che invece sei finali - in precedenza - le aveva perse: "Gioca bene, ma è un perdente" aveva sostenuto qualcuno: "Sarebbe terribile per lui perderne un'altra" le parole alla vigilia di Josè Mourinho.
L'ultimo ko ad un passo dal sogno risaliva solo ad un anno fa, sempre in Champions. Nella notte incubo di Kiev, con il Real Madrid a fare festa grazie alla rovesciata di Bale e agli errori di Karius. Era il 26 maggio 2018 e l'allenatore tedesco, dopo il fischio finale e la premiazione di rito, era stato ripreso dal cellulare di qualche tifoso mentre all'alba si era intrattenuto proprio con un gruppo di tifosi Reds.
Tutti insieme, abbracciati. Tifosi e allenatore, perché certe volte le gerarchie nel calcio non esistono. Tutti a cantare una canzone che, a sentirla oggi, fa sorridere: "Abbiamo visto la Champions League, il Real ha avuto tutta la fortuna, ma noi non ci arrabbieremo e riporteremo la Coppa a Liverpool" il senso era più o meno questo
Quasi una profezia insomma. Una previsione che gli ha portato una discreta fortuna dal momento che, dopo aver perso le ultime due finali giocate (2016 in Europa League oltre a quella di Kiev) Klopp è tornato ad esultare. Dimenticandosi la Premier sfiorata ma sfumata per un soffio. Dimenticandosi delle delusioni. Ricordandosi, chissà, di quel simpatico siparietto con i suoi tifosi.